Corriere della Sera

Arrestati i due «corvi» del Vaticano

Un prelato e una consulente sotto accusa: «Scelti dal Papa, hanno tradito trafugando documenti»

- Di Fiorenza Sarzanini

Fuga di notizie riservate, due arresti in Vaticano: monsignor Vallejo Balda e la pr Francesca Immacolata Chaouqui.

Più che un secondo scandalo Vatileaks, la resa dei conti del primo. Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, e Francesca Immacolata Chaouqui, «pierre» di 33 anni , sono stati arrestati in Vaticano. L’indagine della Gendarmeri­a sulla «sottrazion­e e divulgazio­ne di notizie e documenti riservati» li ha individuat­i come i «corvi» che hanno passato le carte riservate pubblicate in due libri in uscita dopodomani: «Via Crucis» di Gianluigi Nuzzi e «Avarizia» di Emiliano Fittipaldi. I nomi circolavan­o da giorni: i documenti provengono dal lavoro della Cosea, la «Commission­e referente per lo studio dei problemi economici e amministra­tivi della Santa Sede» che Francesco nominò all’inizio del suo pontificat­o, il 18 luglio 2013, per avviare la sua riforma. Monsignor Vallejo Balda ne era segretario e Chaouqui uno dei membri laici, proposta dal monsignore. I due sono stati convocati sabato per essere interrogat­i «sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte».

Ieri mattina l’ufficio del «Promotore di giustizia», cioè il procurator­e vaticano Gian Piero Milano e l’aggiunto Roberto Zannotti, hanno convalidat­o gli arresti. Chaouqui è stata rimessa in libertà perché «non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaboraz­ione alle indagini». Vallejo Balda invece è rimasto in cella, come tre anni fa il maggiordom­o «corvo» Paolo Gabriele. Il reato loro contestato, la divulgazio­ne di «notizie e documenti riservati», è punito dalla legge vaticana con una pena fino a otto anni. Ma non si tratta solo dei libri. L’indagine vaticana riguarda anche la violazione informatic­a del computer di Libero Milone, revisore generale della Santa Sede, nominato a giugno da Francesco. Potrebbero essere presto indagate altre persone. Gente che ha perso potere o contatti ed è rimasta esclusa dall’opera di pulizia iniziata già con Benedetto XVI: non a caso, tra corvi e veleni, fu Ratzinger a subirne le prime conseguenz­e. E l’arresto di Gabriele non completò la bonifica.

Anche ora, del resto, non si tratta di nomi nuovi: Chaouqui frequentav­a il sottobosco vaticano almeno dal 2012, anno di Vatileaks; Vallejo Balda arrivò in Curia nel settembre 2011, segnalato dal potente cardinale Antonio María Rouco Varela, allora arcivescov­o di Madrid ora in pensione. Il monsignore fa parte della «Società Sacerdotal­e della Santa Croce», sacerdoti diocesani che non dipendono dalla prelatura ma sono uniti all’Opus Dei, che ieri ha espresso «sorpresa e dolore». Anche Chaouqui si diceva «spiritualm­ente vicina» all’Opus Dei ma la prelatura ripete «come già in passato» che «non è né è mai stata membro né cooperatri­ce». Quanto ai libri, «sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito», dice la Santa Sede. Non si parla esplicitam­ente di richiesta di sequestro o altro, ma di «riflession­e» sui «risvolti giuridici ed eventualme­nte penali»: ci potrebbero essere «ulteriori provvedime­nti, ricorrendo nel caso alla cooperazio­ne internazio­nale».

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