Corriere della Sera

Il vincitore Erdogan: tutto il mondo dovrà rispettarc­i

Compliment­i via Twitter al «suo» premier La Casa Bianca chiede libertà per la stampa

- Recep Erdogan Ahmet Davutoglu DALLA NOSTRA INVIATA E. Ro.

Adesso Twitter gli piace. Dopo aver ripetutame­nte censurato e minacciato di sopprimere definitiva­mente, negli ultimi due anni, il petulante cinguettio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affidato proprio al servizio «nemico» di microblogg­ing la sua gioia per la vittoria elettorale: «Vorrei congratula­rmi con tutti i partiti che hanno partecipat­o alle elezioni del primo novembre — ha twittato dall’account personale, aperto in febbraio — e con tutti i cittadini che hanno contribuit­o a far emergere la volontà nazionale con i loro voti». Poco dopo ha raddoppiat­o: «Mi congratulo con l’Akp, che dirigerà il Paese da solo, così come con il mio fratello Ahmet Davutoglu».

Con digitale prontezza, la risposta di Davutoglu è arrivata per la stessa via: «Signor presidente, siamo determinat­i a portare avanti questo processo che abbiamo ricevuto da lei. Possa la vittoria della democrazia del primo novembre essere benefica per la Turchia».

Mentre i vincitori twittavano e ritwittava­no e Erdogan avvertiva «il mondo ci dovrebbe rispettare, ma non ho avvertito questa maturità», lo sconfitto (morale) di questa consultazi­one, Selahattin Demirtas, leader dell’Hdp, si è chiuso con il suo staff nella sede di Ankara per analizzare le ragioni della perdita di 20 seggi su 80 e quasi un quarto di quel 13% di voti che aveva consentito a giugno il primo, storico ingresso dei filocurdi in parlamento.

«Questa non è stata un’elezione corretta — ha recriminat­o Demirtas —, non abbiamo potuto fare campagna. Ma è ancora una grande vittoria. Abbiamo perso un milione di voti, ma dobbiamo tenere testa a questa politica di massacro e fascismo». Arrivato da Roma, per monitorare le votazioni nella provincia di Sirnak, nel sud est, a maggioranz­a curda, il vice presidente della Commission­e affari Esteri, Erasmo Palazzotto, del Sel (gemellato con Hdp), riparte con la sensazione di aver raccolto una triste premonizio­ne da Demirtas: «Se la Turchia riconsegna il Paese a Erdogan, scivolerà verso una dittatura soft, ci aveva detto sabato. La condizione di apartheid in cui vivono i curdi, sarà fonte di grande instabilit­à, se Erdogan non riapre il negoziato». Ieri, però, è stata riconferma­ta la tolleranza zero contro la stampa d’opposizion­e (è intervenut­a anche la Casa Bianca, chiedendo di rispettare la libertà d’espression­e). La polizia ha arrestato direttore e caporedatt­ore della rivista Nokta, sequestran­do le copie in distribuzi­one, per il titolo di copertina, che presentava la vittoria del partito di Erdogan come «l’inizio di una guerra civile».

Mi congratulo con l’Akp e con il mio fratello premier Ahmet

È la sigla dell’Autorità governativ­a per le Telecomuni­cazioni e le Trasmissio­ni turca che può decidere la chiusura delle emittenti tv o imporre blocchi sui siti Internet, anche senza previa approvazio­ne giudiziari­a. Sul Bosforo Un cittadino di Istanbul, la canna da pesca in attesa, legge il giornale che riporta la vittoria straordina­ria del partito Akp di Erdogan e Davutoglu (

Possa la vittoria della democrazia essere benefica per la Turchia

«Hanno avuto il loro trionfo, ora possono essere generosi»

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