L’avvocatessa dissidente: «Davutoglu ha promesso più libertà»
Significa che Davutoglu si sta allontanando da Erdogan?
«Sembra che tra loro ci siano divergenze e che all’interno dell’Akp ci siano vari dissidenti. Ma io spero che la crescita del partito contribuisca ad ammorbidire toni e linguaggio. Ora che i vertici hanno ottenuto quel che volevano, possono rilassarsi».
Come si spiega la parabola dell’Hdp di Demirtas?
«L’Hdp è un progetto che riunisce una massa vivace ed eterogenea, oltre ai curdi: giovani, donne, omosessuali hanno vissuto negli ultimi 20 anni una sorta di risveglio, senza identificarsi in alcun partito. Ma poi gli elettori che già dubitavano di una netta separazione tra l’Hdp e il Pkk, hanno visto in giugno la ripresa del conflitto e la morte tutti i giorni di soldati e poliziotti. Si sono allarmati. Demirtas ha trovato porte chiuse in tivù e non ha potuto spiegare quel che stava accadendo».
Lei ha scritto un libro su come ha scoperto a 25 anni le sue origini armene: sono ancora un tabù in Turchia?
«Fino a poco tempo fa rappresentavano un pericolo. Quando raccontavo agli amici la storia di mia nonna, scampata al genocidio del 1915, a 9 anni, e allevata da una famiglia turcomusulmana, le nostre voci piano piano si abbassavano, diventavano un bisbiglio».
Perché sua nonna le ha svelato quel segreto di famiglia?
«Forse per insegnarmi che la verità va cercata e raccontata fino in fondo. E io continuerò a parlare e a scrivere, finché non arriverò alla verità sull’assassinio del mio amico Dink».
Ex generale Khalifa Haftar
inoltre da definire il rapporto tra governo e Parlamento. E infine non è ancora chiaro quale dovrebbe essere il ruolo dell’attuale ministro della Difesa di Tobruk, Khalifa Haftar, il controverso ex generale di Gheddafi oggi in prima linea nella guerra contro l’Isis con il pieno sostegno dei militari egiziani. Leon, accogliendo le richieste di Tripoli, lo vorrebbe in una posizione di secondo piano. Ma Haftar non è affatto dell’idea. Di lui si è tra l’altro discusso ieri ad Algeri nel corso della riunione trilaterale a livello di ministri degli Esteri tra Italia, Egitto e Algeria. In questo contesto l’italiano Paolo Gentiloni ha ribadito il pieno sostegno a Leon. Dalla Libia sono però ormai diversi gli interlocutori che attendono l’avvicendamento dello spagnolo con il suo successore già designato, il diplomatico tedesco Martin Kobler.
Ma i laici non hanno capito gli «altri»