Corriere della Sera

I guai di Napoli secondo Giletti Un caso le frasi del conduttore tv

- Di Fulvio Bufi

La verità è che Napoli è una questione troppo complessa per essere affrontata in tv all’ora del pranzo domenicale con l’unico obiettivo di far scattare l’applauso. L’Arena di Giletti (Rai Uno), dove due giorni fa sono andati in onda 30 minuti surreali, è una trasmissio­ne dove in passato per fare audience si è arrivati persino a scaraventa­re a terra un libro, e quindi poco sorprende che se si parla di Napoli — in questo caso a proposito dei biglietti omaggio del San Paolo dati ai consiglier­i comunali — si vada a finire su rifiuti e camorra, temi serissimi ma perciò degni di essere trattati da persone competenti e con argomenti seri. Se poi la scena prevede che a rappresent­are Napoli (in collegamen­to esterno) sia un assessore o troppo emotivo o troppo inadeguato, ma certo incapace di parlare senza urlare, fino a continuare a sbraitare anche quando gli tolgono l’audio, finendo così in un effetto acquario che ne fa una macchietta, allora è chiaro che non c’è scampo. Sulla questione dei biglietti il Corriere si è già espresso il 18 ottobre, commentand­o quanto è successo quando un consiglier­e ne ha proposto inutilment­e il taglio. Poi il sindaco de Magistris ha annunciato che quegli

L’Arena Giletti e i giudizi pesanti sulla città: il conduttore non fa marcia indietro

omaggi non saranno più cedibili a terzi, ma finora non è cambiato niente. Se RaiUno ci è tornata a oltre venti giorni di distanza aveva evidenteme­nte le sue ragioni. Ma perché passare dai biglietti alla camorra o all’emergenza rifiuti (che non c’è più da cinque anni)? Perché precipitar­e in tutti i possibili luoghi comuni soltanto per scatenare una bagarre della quale Giletti ritiene di non doversi scusare ma che per il presidente della commission­e di Vigilanza Roberto Fico vale una interrogaz­ione ai vertici Rai? Napoli non è una città pacificata. Ha molti più problemi di quelli elencati in television­e da Giletti, che domenica ha invitato pure Salvini, leader di un partito che non brilla per l’attenzione ai problemi del meridione. Ma bisogna conoscerli, e sapere anche quanto quei problemi trovino da anni pochissimo spazio nell’agenda del governo di turno. Altrimenti è meglio parlare solo di biglietti omaggio. Che tanto ad andare contro la casta l’applauso è sempre garantito.

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