Corriere della Sera

Dal 1796 al 1948: i testi fondativi del Paese raccolti per la prima volta in un volume (Textus Edizioni) I diritti e gli ideali: viaggio tra le Costituzio­ni italiane

- Di Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it

uelle che non sono mai entrate in vigore restano un monumento alle libertà, alcune sono state delle meteore dalla vita brevissima e solo due hanno inciso profondame­nte sulla storia del Paese: sono le Costituzio­ni italiane, da quella di Bologna del 1796 alla Carta del 1948 frutto del lavoro dei padri della Repubblica italiana, raccolte per la prima volta in un testo organico pubblicato da Textus Edizioni.

«Un viaggio a ritroso nella storia delle Costituzio­ni italiane» in cui si «percepisce il soffio dell’intera cultura europea» e il mutare del clima nella Penisola, scrive nella prefazione il vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini, secondo il quale il risultato della raccolta Le costituzio­ni italiane 1796-1948 non è solo fare «memoria», ma «aiutarci a capire, tramite i tornanti a volte tumultuosi della storia costituzio­nale italiana, quanto lontano può arrivare un Paese dotato di radici culturali tanto profonde e preziose».

Ma bisogna fare attenzione, scrive nella presentazi­one il ministro per le riforme costituzio­nali Maria Elena Boschi, reduce dalla battaglia per la riforma della Costituzio­ne, perché «troppo spesso, nel nostro Paese, c’è la tendenza a utilizzare la storia non per cercare di conoscere il passato e di comprender­e meglio la natura del percorso che ci ha condotti fin qui, ma per giustifica­re il presente, avallare questa o quella posizione per provare a corroborar­e una tesi a scapito dell’altra». Un presente che «sembra farsi eterno, nel senso che sempre più pare contare sull’immediato, solo l’obiettivo del momento, il risultato da raggiunger­e senza curarsi troppo né di quel che c’è alla proprie spalle, né degli impegni che si hanno davanti».

La «materia costituzio­nale», però, non deve essere trattata «come strumento di bassa politica», aveva ammonito il presidente del Senato Pietro Grasso durante la presentazi­one del volume curato da Enzo Fimiani e Massimo Togna, invitando i partiti ad «anteporre l’interesse generale a quelli particolar­i e personali» perché le regole «non servono a garantire qualcuno oggi ma a proteggere tutti dagli abusi che potrebbero venire domani».

La Costituzio­ne ha bisogno di «interventi sull’architettu­ra istituzion­ale» per «rafforzare l’efficienza dei processi decisional­i e di attuazione delle politiche pubbliche», sottolinea ancora il ministro Boschi secondo la quale bisogna «semplifica­re e impostare in modo nuovo i rapporti tra i diversi livelli di governo».

Si va da carte dei diritti e dei doveri appena abbozzate, rudimental­i nell’enunciazio­ne dei principi, a Costituzio­ni articolate quali lo Statuto Albertino, rimasto in vigore per un secolo, e la Costituzio­ne repubblica­na, che in quasi 70 anni ha subito modifiche anche profonde, come quelle appena varate dal Senato.

Non mancano le curiosità. La raccolta, ad esempio, comprende anche due edizioni della Carta del Carnaro del 1920 redatta da Gabriele d’Annunzio in occasione della liberazion­e di Fiume, oppure la Costituzio­ne della Repubblica sociale italiana, quella di Salò, con le correzioni apportate da Benito Mussolini.

Stili e storie Lo Statuto Albertino, la carta della Repubblica di Salò. E quella del Carnaro redatta da d’Annunzio

 ??  ?? Il volume Le Costituzio­ni italiane 1796-1948 è pubblicato da Textus Edizioni (pagine 1.325,45)
Il volume Le Costituzio­ni italiane 1796-1948 è pubblicato da Textus Edizioni (pagine 1.325,45)

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