Corriere della Sera

Ricordo del 4 novembre

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Domani è il 4 novembre ed è curioso osservare la cura con cui tanti media fingono di dimenticar­sene. Pure, restano ancora molte famiglie che hanno avuto morti e mutilati in quella guerra e ricordano i racconti dei vecchi che vi hanno partecipat­o. Con centinaia di migliaia di morti. E si usa ancora la parola «cecchino» per le guerre che sono seguite. Tutti i Comuni espongono il monumento ai caduti. Si diceva fosse fuso nel bronzo dei cannoni conquistat­i; e nessun Comune ha avuto il coraggio di eliminarli. Il grande ossario di Redipuglia e i «parchi della rimembranz­a» sono ormai rinsecchit­i e trascurati. Una volta si suonava una canzone semplice, ma che entusiasma­va e celebrava le acque del Piave. Poi le ideologie hanno avuto la meglio sulla Patria. Tutto cio passerà sotto silenzio perché questo giorno ( come il XX Settembre) è stato quasi cancellato. Si celebrava il 4 Novembre perché all’esercito Italiano fu in quella data che si chiese l’armistizio, mentre la vittoria arrise agli altri solo una settimana dopo. E questo può essere un motivo di vanto (visto che intanto le guerre ci sono sempre e conta il modo con cui sono combattute).

Gianni Oneto

g91125@libero.it

Nel calendario degli eventi storici una data caccia l’altra. Non è facile ricordare ogni anno un evento di cento anni fa quando eventi più vicini hanno una più diretta influenza sulla nostra vita. Ma nel caso della Grande guerra non è possibile parlare di dimentican­za. Ne abbiamo parlato e scritto molto in occasione dei congressi storici organizzat­i per il centesimo anniversar­io dell’ingresso dell’Italia nel conflitto.

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