68 Il Milan risanato
Tre vitamine C: compatezza, continuità, coraggio Mihajlovic ha difeso le sue idee e trovato la cura Ora la squadra per la prima volta gli assomiglia
Compattezza, continuità, coraggio: uguale crescita. Sono le vitamine C del Milan, che hanno regalato alla squadra uno stato di salute mai così pimpante. Dal tracollo in casa con il Napoli è cambiato (quasi) tutto e va dato atto al dottor Mihajlovic di aver azzeccato la cura. Anche perché, contro la Lazio per la prima volta si è visto un Milan che gli somiglia: aggressivo, veloce, «verticale». Sinisa ha cambiato modulo tra lo scetticismo generale e probabilmente anche presidenziale con il risultato di coprire maggiormente la difesa. Soprattutto, nonostante alcune prestazioni decisamente incolori sul piano del gioco, ha tenuto duro, riproponendo gli stessi uomini.
Per dire: Alessio Cerci con il Torino non è che avesse proprio brillato. Eppure, giunto alla quarta di fila da titolare (mai successo) all’Olimpico ha mostrato il meglio di sé, assieme alla voglia di provare i colpi più difficili. «Mi serviva fiducia», ha detto Alessio che ora è un giocatore recuperato alla causa. Come Alex: in pochi avrebbero scommesso che potesse essere la giusta spalla per Romagnoli (a sua volta in crescita), quasi nessuno che avrebbe fisicamente retto tre partite in una settimana. C’è voluta una violenta botta alla testa per metterlo ko: ieri mattina è uscito dall’ospedale dopo una notte in osservazione. Dovesse riposare, al suo posto sabato per l’Atalanta Leader Con un pari e tre vittorie di fila Sinisa Mihajlovic ha superato un momento difficile: ora il Milan è in crescita (Forte) si candida Mexès, un altro che merita una menzione speciale: parte sempre con l’allenatore di turno che gli chiarisce che giocherà pochissimo, poi, quando serve, c’è e un gol dopo 68’’ è un bel modo di dimostrarlo. Certi atteggiamenti faticano a farlo intendere, ma il francese si è mostrato un professionista impeccabile e un grande trascinatore: anche dalla panchina è il primo che incita i compagni. Segno che Mihajlovic è riuscito a cementare lo spirito di gruppo, anche ammorbidendo le sue critiche alla squadra (prima «pungolata» poi difesa).
La costanza ha premiato anche nel caso di Bertolacci, che non diventerà mai un acquisto low cost ma per rendere aveva solo bisogno di tempo per ambientarsi. Peccato si sia subito fatto male: lesione al bicipite femorale sinistro; la speranza è di recuperarlo per la sfida con la Juventus (21 novembre). Ora la domanda è: quando avverrà il prossimo (annunciatissimo) cambio di modulo, con l’approdo al 4-4-2? Con calma. Troppo alto il rischio di inceppare il meccanismo: sabato ancora 43-3, Niang potrebbe sostituire Bonaventura squalificato, Poli Bertolacci (magari De Jong un acciaccato Montolivo). Ma nessun cambio forse fino a quando non saranno recuperati Balotelli e Ménéz: «Il presidente vuole un trequartista e due punte, però anche così ci sono tre attaccanti...», ha provato a buttarla lì Sinisa.
Unica possibile spina: il portiere. Donnarumma non ha tradito la fiducia di Mihajlovic, ma ora andrà gestito Diego Lopez che ieri ha rivelato di soffrire da quattro mesi di una tendinopatia rotulea e di aver deciso di fermarsi per farsi curare. «Non ha nulla a che vedere con le dinamiche sportive», ha precisato, ma magari, fosse stato titolare, avrebbe sofferto in silenzio.