La Ferrari perdona Vettel: «Noi siamo una squadra» Arrivabene: «Si incolpava, gli ho detto che si vince e si perde assieme. La lezione del Messico si rivelerà utile»
C’è un rammarico per la Ferrari che va oltre la giornataccia di Sebastian Vettel nel Gp del Messico e quel mix fatto di contrattempi tecnici e di «incontri ravvicinati di tipo Bottas» che ha spiaggiato Kimi Raikkonen: è la constatazione che la macchina era forte e che sul passo-gara non aveva nulla da invidiare alla Mercedes, tant’è che Seb, una volta terminato di mangiarsi le mani, ha ammesso che «mai come questa volta siamo stati vicini alle prestazioni di Rosberg e Hamilton».
Oltre al raffronto a distanza, quando Vettel e Raikkonen tentavano di risalire dalla coda della corsa, c’è anche un’immagine che fissa il concetto: al rientro da un pit stop, Sebastian s’è trovato dietro a Rosberg e davanti ad Hamilton; per quanto doppiato da Nico, stava a ruota del leader, mentre Lewis non riusciva ad acchiapparlo.
Team I meccanici al lavoro sulla monoposto di Vettel (Reuters) A un certo punto la Ferrari ha detto al suo pilota — che un po’ ha eccepito, visto come filava la SF15-T — di lasciar passare il tri-campione inglese, in lotta per la vittoria.
Bisogna ripartire da questo spicchio di gara e dal rendimento della macchina, anche se Vettel alla fine era mogio. Lo ha svelato il team principal Maurizio Arrivabene: «Si incolpava pesantemente, allora ho sottolineato che siamo una squadra e che si vince e si perde assieme: oggi ha sbagliato lui, magari domani lo faremo noi. Il sorriso gli è tornato subito, assieme all’occhietto cattivo». Traduzione: vietato fermarsi, nonostante la botta incassata. «Dopo aver toccato il cielo con un dito nel corso della stagione, abbiamo toccato terra. È una lezione da imparare e da mettere nei nostri file per prepararsi alle sfide dell’anno prossimo: non tutte le giornate sono facili e questa è una di quelle che formano il carattere. Tra l’altro sabato ho visto reagire molto bene il team di fronte al guasto alla power unit di Kimi: c’era poco tempo per cambiare il motore perché la macchina è stata resa solo dopo il P3, non essendoci qui una corsia di servizio parallela alla pista. Ma i meccanici ce l’hanno fatta».
Archiviare le lezioni in vista del 2016 non significa d’altra parte mollare nel 2015. Il colpaccio di Rosberg, un sanguinoso 25-0 su Vettel, rende in discesa la strada di Nico verso il secondo posto (già in Brasile potrebbe chiudere la questione), ma finché l’aritmetica dà speranza, bisogna crederci. Ancora Arrivabene: «Ho detto a Sebastian che Rosberg deve rimanere il suo target, così come è necessario che Kimi continui ad avere Bottas nel mirino». In quest’ultimo caso parliamo del quarto posto iridato e non — vista l’aria che tira tra i due finlandesi — del prossimo scontro.