Negli uffici del personale giovani e più donne
Lo sostengono gli esperti all’unisono: l’Hr — il dipartimento delle Risorse Umane — in azienda potrebbe, anzi, dovrebbe contare di più. E i vertici aziendali dovrebbero dargli più spazio. Farebbe bene all’umore dei dipendenti e alla produttività. Ma la realtà — secondo una recente indagine — sembra essere che, malgrado la “buona posizione” nella gerarchia aziendale (basti dire che in Italia oggi il 73% dei capi del personale riporta direttamente al boss, stando a uno studio di Michael Page), l’Hr fatica a far sentire la sua voce: secondo un’indagine di Oracle solo tre lavoratori su cento trovano che il team risorse umane abbia un impulso positivo sul loro coinvolgimento professionale. Colpa della spesso poco visibile “funzione di supporto”? Sicuramente. Ma resta un numero preoccupante. «Se è così, quale speranza può esservi che le Risorse Umane possano avere un impatto sul lavoro e sulla cultura aziendale?» si chiede Loic Le Guisquet, presidente EMEA (Europa, Middle East e Africa) e Asia Pacific di Oracle.
A onor del vero l’indagine riguarda solo grandi imprese di Regno Unito, Francia, Germania, Svezia, Olanda (1.500 gli intervistati).
Ma in Italia pare che le cose non vadano diversamente: «Bene o male per le realtà sopra i 500 dipendenti siamo sullo stesso livello», avverte Melanie Hache-Barrois, direttore strategico Human Capital Management di Oracle per il Sud Europa.
Per completare il quadro neanche i top manager, sempre stando ad Oracle, godono di enorme popolarità (promossi sul tema solo dal 7%), va un po’ meglio ai manager diretti (21%), mentre chi ha veramente influenza positiva sono, ebbene sì, i colleghi (42%). Certo, crisi e mancanza di fiducia generalizzata non sono stati un toccasana per l’immagine della classe manageriale nel suo complesso. Ma cosa dicono gli esperti sul “risultato” dell’Hr?
Paolo Iacci, vicepresidente di Aidp, non si stupisce: «L’Hr non è il capo. E’ il capo che deve coinvolgere i suoi collaboratori» ricorda. E, sempre al proposito, punta il dito contro certe abitudini “poco corrette” (e nefande per la reputazione delle risorse umane): «L’aiuto lo dà il capo di persona, la sanzione la fa dare da quelli del personale».
Più sorpreso (e ottimista) Enrico Pedretti, direttore marketing di Manager Italia: «Ci sono aziende che hanno una visione ancora vecchia dell’Hr manager, legata soprattutto all’amministrazione dei conti, ma negli ultimi anni c’è stato un cambiamento forte, sono cresciuti giovani manager, anche donne» sottolinea. Melanie Hache- Barrois sta “nel mezzo”: «E’ una figura che ha bisogno di riposizionarsi in modo strategico nell’azienda. Non è in crisi, ma in trasformazione».