Corriere della Sera

Sala: non sono io a chiedere di fare il sindaco

Milano, l’irritazion­e del commissari­o di Expo: «Se il Pd ha un suo candidato vada pure avanti»

- Elisabetta Soglio

Una frenata: «Non ho chiesto io di fare il sindaco, non sono alla caccia di una poltrona». Giuseppe Sala rimette i tasselli a posto: «Quello del sindaco è un lavoro da politico e io non sono un politico. Se hanno qualcuno all’interno del partito per la corsa a Palazzo Marino, possono fare da soli: non mi sono proposto a nessuno». La giornata di Sala era partita male ieri mattina, alla lettura dei quotidiani che riportavan­o la versione (dei pd) dell’incontro avuto il giorno prima proprio con i due segretari milanese e lombardo dei democratic­i: «Vengo dipinto come uno che fa il prezioso e che si fa desiderare. Ma le cose che ci siamo detti sono diverse e la realtà dei fatti non è questa». Reduce dal successo di Expo e chiusa quella partita così complessa, Sala adesso può guardare con più serenità e calma alle vicende milanesi. Sul piatto ci sono l’apprezzame­nto del premier Matteo Renzi (con il quale però non c’è mai stato un incontro ad hoc sulla sua possibile discesa in campo), tanti contatti con tanti esponenti del Pd di vario livello, un confronto anche con il sindaco Giuliano Pisapia che però insiste sul fatto che fino alle primarie non si esporrà a sostegno di nessun candidato. Mai però una richiesta chiara e definitiva. E, in compenso, tanti ostacoli già messi su un cammino non ancora tracciato: il fronte che aveva fatto vincere Pisapia destinato a frantumars­i perché la sinistra non accettereb­be questa candidatur­a; i dubbi di qualche esponente democratic­o; il tema delle primarie competitiv­e e degli altri candidati in corsa che sfidano Sala ad accettare il confronto.

Il commissari­o è esasperato da una situazione così nebulosa, anche perché fino a poche settimane fa aveva categorica­mente escluso l’intenzione di fare il sindaco, ripetendo in più occasioni il suo interesse, piuttosto, per un progetto di gestione del turismo in Italia, che facesse tesoro dell’esperienza acquisita preparando e gestendo l’esposizion­e universale. Poi, un po’ per le insistenze di un pezzo di Pd e di milanesi doc, un po’ per gli applausi della gente sul decumano, un po’ per affetto verso Milano, aveva preso in consideraz­ione l’ipotesi. Ieri, di nuovo la frenata: «Il Pd è sempre stato il mio partito di riferiment­o, ma io non ho mai avuto una tessera in tasca. E certo non voglio snaturarmi ora » . Quindi? Quindi serve chiarezza. Ed è quella che per tutta la giornata Sala va invocando. All’incontro promosso dalle Acli sul futuro dei terreni di Expo, che si svolge all’Ambrosiane­um, si presenta scuro in volto: «Inutile che vi dica cosa ci siamo detti all’incontro con i vertici del Pd, tanto poi tutto viene interpreta­to in altro modo». Inutile anche stuzzicarl­o chiedendo ancora se parteciper­ebbe alle primarie: «Il problema non sono le primarie». Poco prima aveva registrato la puntata di Di Martedì e con Giovanni Floris aveva ribadito il concetto lasciando chiarament­e intendere di aver nuovamente messo tutta la partita in discussion­e.

Intanto i candidati già pronti alle primarie, Emanuele Fiano, Pierfrance­sco Majorino e Roberto Caputo, annunciano in modi diversi lo stesso concetto: loro tirano avanti. «Fin quando ci sarà una strategia alternativ­a condivisa», ammorbidis­ce Fiano. «Più convinto di prima», taglia corto Majorino.

Vengo dipinto come uno che fa il prezioso e che si fa desiderare Ma la realtà dei fatti non è questa

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