Intesa, utile record a quota 2,7 miliardi Messina pronto ad alzare il dividendo
Il consigliere delegato: «I mutui sono raddoppiati, riportate in bonis 22.500 aziende»
Carlo Messina presenta al mercato i conti dei nove mesi chiusi con un utile netto di 2,7 miliardi (722 milioni nell’ultimo trimestre), il miglior risultato di sempre per Intesa Sanpaolo e promette un maxi dividendo in contanti, superiore ai 2 miliardi già previsti nel piano d’impresa.
Le parole (molto attese) del consigliere delegato sul super dividendo ridanno fiato al titolo in Piazza Affari, dove i realizzi avevano spinto i prezzi giù fino al 4%. In chiusura la perdita è ridotta all’1,3% a 3,14 euro. «Sono pronto a pagare un dividendo extra - dice Messina - ma serve la delibera del board». Il piano prevede la distribuzione di 2 miliardi per il 2015, 3 miliardi per il 2016, 4 per l’anno successivo. Nel frattempo, la superbanca avrà cambiato modello di governance, passando al monistico e a un solo consiglio di amministrazione, ma l’impegno di Messina resterà quello di consolidare la posizione di testa guadagnata in Europa in questi primi 2 anni del suo mandato.
Il rallentamento di interessi e commissioni nell’ultimo trimestre impensieriscono la Borsa per qualche ora. Sui nove mesi, però, la crescita delle commissioni è del 12,6% a 5,57 miliardi. Questo incremento proseguirà il prossimo anno, assicura il consigliere delegato, e pone Intesa «al primo posto a livello europeo»; dunque per Messina la prima reazione ai conti al 30 settembre pare dovuta al fatto che a volte «l’umore è un po’ pazzo sui mercati». Il manager sottolinea l’«efficienza gestionale con un cost/ income del 46,5%» e il conseguente balzo del 52% del risultato prima delle imposte. Il Paese «è in netta ripresa» e la banca ne rappresenta «l’acceleratore». Il dato cui guardare è l’erogazione di 29 miliardi di credito a medio lungo termine nei primi nove mesi dell’anno in corso a famiglie e imprese. «Eroghiamo il doppio dei mutui dello scorso anno; di questi il 30% è andato a coppie giovani», sostiene Messina. Dall’inizio del 2014 22.500 aziende sono state riportate in bonis. «Mentre le altre banche dovranno fondersi, ristrutturare, chiudere filiali e licenziare - conclude - io sarò pronto ad accogliere i clienti in uscita da questi istituti», osserva infine ricordando che «nell’ultimo trimestre sono stati acquisiti 25 mila nuovi clienti». Dal bilancio rispunta a sorpresa la vicenda Imi Sir e un incasso inaspettato di 210 milioni.