Droni, chip, laser e telemetrie Apre l’autostrada intelligente
Niente caselli sulla Pedemontana per evitare code e aiutare l’ambiente
Lunga e diritta correva la strada. Poi però tutti fermi al casello. Corsia gialla del Telepass inclusa. Eccolo, l’incubo ricorrente dell’automobilista seriale: la coda in uscita dall’autostrada. Almeno fino allo scorso primo di novembre, quando in Italia è entrato in funzione il free flow system.
Otto di mattina. Cassano Magnago, Varese. Sull’asfalto tirato a lucido della nuova Pedemontana, di caselli e casellanti nemmeno l’ombra. Da Lomazzo, provincia di Como, sono pochi minuti per coprire la trentina di chilometri della prima autostrada intelligente d’Europa: è il tratto aperto al pubblico dell’opera che, una volta completata, collegherà con il nome di A36 il pedemonte lombardo da Bergamo a Varese. Tratto sul quale, appunto, dopo un periodo di gratuità durato dieci mesi, da domenica scorsa è entrato in servizio il nuovo sistema di pagamento. «Non abbiamo fatto altro che eliminare le barriere che rallentano la mobilità e generano inquinamento, sostituendole con un’iniezione di tecnologia» spiega Massimo Sarmi, ad della concessionaria Milano Serravalle-Milano Tangenziali e da giugno presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda.
In attesa l’auto senza guidatore di Google passi da specialty a commodity, lo spazio che si sono meritate alcune startup giovani ma con le idee molto chiare allo Smart Mobility World di Monza appena conclusosi conferma come l’attenzione sulla mobilità intelligente anche in Italia sia ormai alta. È il caso, ad esempio, di Data from Sky, un sistema che, attraverso una flotta di droni, è in grado di analizzare in tempo reale i flussi di traffico con precisione scientifica e i tragitti alternativi in tempo reale. Oppure Roadchecker, un’app che sfrutta il modello di condivisione social per rilevare, anche qui con infallibile tempismo, buche e irregolarità dell’asfalto. E, ancora, Easy Rain, startup friulana che ha brevettato un microsensore nascosto nel paraurti in grado di evitare l’aquaplaning eliminando le pozzanghere da sotto le gomme semplicemente soffiandole via. Infine (ma la lista potrebbe continuare) lo pneumatico intelligente della Scuola Sant’Anna di Pisa, che è piaciuto molto agli svedesi di Scania perché sa compiere un’autodiagnosi sul suo stato di usura.
Tutti tasselli di un nuovo modo di viaggiare di cui Pedemontana, malgrado le perplessità
Il «cervellone» La nuova A36 è gestita da un super-pc che processa 100 gigabyte di traffico ogni giorno
sul meccanismo di aggiudicazione degli appalti sollevate dal presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, è forse l’esempio finora più concreto. «Niente vignette, come invece avviene in Austria e in Svizzera — prosegue Sarmi —, qui è un sistema di 1.500 laser e sensori posizionati sul tracciato a riconoscere la targa del veicolo e la sua classe d’appartenenza. Poi un cervellone centrale capace di elaborare cento gigabyte di dati al giorno definisce i pedaggi, che l’utente può pagare con Telepass, o automaticamente con accredito su conto e carta (sono già 15 mila, a ieri, gli abbonati, ndr), oppure comodamente da casa, entro due settimane».
Benvenuto a bordo, futuro prossimo venturo.