Corriere della Sera

«Blatter è una brava persona ma i troppi soldi rendono avidi»

Constantin, presidente del Sion e coscienza critica dell’ex numero della Fifa

- Gaia Piccardi

realtà spicciola. Gli ho sempre detto in faccia quello che penso e lui si è sempre affrettato a dimenticar­e le mie parole». Gli riconosce dei meriti? «La passione per il calcio: penso che, sotto sotto, lo ami veramente. Ma negli anni il potere lo ha completame­nte disconness­o dalla realtà».

Sbarrata la strada a Platini, qual è il piano di Blatter per garantirsi un futuro?

«Blatter non è il solo a dubitare delle qualità di Platini come dirigente. Molti nel Comitato esecutivo e nella Fifa pensano che Platini non abbia il profilo del presidente».

L’elezione del 26 febbraio sarà la fine di Blatter?

«Fuori dalla stanza dei bottoni, molte cose cambierann­o».

Blatter ha fatto più bene o male alla Fifa?

«Non è estraneo alla crisi e ai metodi che sono stati svelati e denunciati: l’immagine del calcio ne soffre e pesa sul bilancio del suo lavoro».

La Fifa è una multinazio­nale: non era meglio un manager?

«Penso che siano i club a dover prendere in mano la Fifa: senza le società, sarebbe poca cosa. Quando i club difenderan­no correttame­nte i loro interessi, tutto cambierà».

Come occuperà Blatter le sue giornate?

«È un uomo di 80 anni, con una carriera alle spalle...».

Lei lo consola? Cerca di riportarlo coi piedi per terra?

«Non si è reso conto della gravità dei danni, la cui ampiezza ancora non ci è nota».

È un uomo disonesto, cattivo o solo dall’ego enorme?

«Nel cuore, probabilme­nte, è una brava persona. Ma l’abbondanza di soldi ha reso alcuni avidi e altri stupidi».

Lei come guarirebbe il calcio da corruzione e mazzette?

«Cercherei di ridargli nobiltà d’animo. Metterei in piedi un sistema giuridico coerente e onesto. Mi sforzerei di aiutare le società finanziari­amente, chiedendo loro di esercitare un ruolo sociale: nei 209 paesi dove si gioca a pallone, il calcio è garante di un legame collettivo forte e sa suscitare emozioni. È vero, ho definito Platini Re Buffone. Ho avuto un’ammirazion­e senza confini per il giocatore, ma come dirigente...

Preserviam­olo: la società civile ha solo da trarne vantaggio».

Lei ha definito la Fifa «una società di malfattori»: come faremo a fidarci dell’onestà del nuovo Esecutivo?

«Le cose possono cambiare in fretta. Guardi il Vaticano: il nuovo Papa ha portato pulizia e ridato speranza».

L’ultima volta che ha sentito Blatter dov’era?

«Nel suo ufficio. Gli ho parlato. Lui mi ha ascoltato. Ma sfortunata­mente temo che non mi abbia sentito».

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