La cattura del boss, fiction che funziona nella fase investigativa
Qualcosa si muove. La Lux Vide, per esempio, per almeno due puntate ha abbandonato i suoi santi e le sue tonache per affrontare un tema «duro»: la cattura del grande capo clan camorrista Antonio Iovine, detto O’ ninno, per anni protetto e nascosto nel suo territorio, a Casal di Principe.
«Sotto copertura», la miniserie scritta da Maura Nuccitelli, Salvatore Basile, Umberto Gnoli, sceneggiata da Basile con Francesco Arlanch e diretta da Giulio Manfredonia, sottostà alle regole del genere, con imprestiti attinti da «Gomorra» e dai polizieschi di Taodue: inseguimenti, sparatorie, persino scene d’amore abbastanza esplicite.
«Sotto copertura» racconta l’attività investigativa che ha condotto alla decapitazione dell’organizzazione criminale gestita dal clan dei Casalesi grazie al commissario Michele Romano (Claudio Gioè), ispirato a Vittorio Pisani, il vero capo della Squadra Mobile di Napoli che effettuò la cattura di Antonio Iovine, il boss dei casalesi interpretato da Guido Caprino (Raiuno, lunedì e martedì, 21.20).
Gli agenti Arturo (Simone Montedoro), Salvo (Antonio Gerardi), Rosanna (Raffaella Rea) e il giovane Carlo (Antonio Folletto) dedicano giorno e notte a una missione investigativa considerata impossibile dalla procuratrice (Iaia Forte). Naturalmente devono sacrificare gli affetti familiari e sublimare nella missione le disfunzionalità affettive e la vita scombinata.
Anche Anna (Dalila Pasquariello), giovanissima vivandiera (e non solo) di Iovine, si redime per l’amore di Emilio (Filippo Scicchitano), in modo tale che il «risvolto umano» e le supreme aspirazioni facciano da contraltare alla rudezza dell’action.
Insomma è una miniserie divisa a metà: quando è in gioco la fase investigativa il prodotto funziona (anche se non tutti gli interpreti sono all’altezza), quando invece tocca al coté sentimentale il racconto si affloscia, il tono diventa moralistico. Però qualcosa si è mosso.