León, addio tra i veleni. Va negli Emirati (per 50 mila euro al mese)
Termina nello scandalo il mandato di Bernardino León, mediatore Onu per la Libia. Conflitto di interessi? Addirittura coinvolgimento personale a favore di una delle parti che lo assume per un lavoro da 50.000 euro al mese? Il sospetto è più che lecito e va ad alimentare la ridda di accuse e recriminazioni cresciute negli ultimi mesi tra le fazioni libiche. Al centro, il diplomatico spagnolo che da un anno lavora sul piano di pace Onu (dovrebbe creare un governo che comprenda sia i relativamente laici dirigenti di Tobruk e quelli dei Fratelli Musulmani di Tripoli).
A puntare il dito è il quotidiano britannico Guardian con un’accusa molto circostanziata. Lo scorso giugno, proprio mentre il negoziato libico era nella fase cruciale, León aveva già accettato l’offerta degli Emirati Arabi Uniti per dirigere un centro studi di politica estera ad Abu Dhabi e stava trattando il suo compenso personale con tanto di copertura spese e abitazione. La cosa potrebbe anche aver avuto un senso, visto che il mandato Onu (per il quale León aveva lasciato il suo impiego di diplomatico per il ministero degli Esteri di Madrid) era previsto dovesse terminare a settembre. Con un problema però. Gli Emirati, con Abu Dhabi in testa, sostengono infatti a spada tratta il governo di Tobruk, contro il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia che sono invece più vicini a Tripoli. In questo contesto, le sue mail citate dal Guardian in cui si dice assolutamente deciso a sostenere Tobruk appaiono ambigue. Affermava per esempio León in un messaggio del 31 dicembre 2014, 5 mesi dopo aver ricevuto l’incarico Onu, al ministro degli Esteri emiratino, Abdullah bin Zeid, di «non intendere lavorare per un piano politico che includa tutti», aggiungendo di avere una «strategia per delegittimare il Congresso Nazionale Generale», che è il Parlamento di Tripoli.
Un colpo grave per il mediatore. Da tempo il suo ruolo appariva compromesso. All’Onu era stato designato il suo sostituto, il tedesco Martin Kobler. León con il Guardian ha cercato di giustificarsi sostenendo di aver scritto messaggi simili ai filo-Tripoli. Il giornale rivela però di aver contattato lo spagnolo lunedì: lui ha negato di aver mai accettato l’offerta degli Emirati, chiedendo di non pubblicare la storia in cambio di un’intervista. Ma, appena prima che questa avvenisse, dagli stessi Emirati è giunto l’annuncio del suo nuovo incarico.