Renzi rilancia il Ponte sullo Stretto «Ma ora pensiamo alle priorità»
Il premier: l’opera si farà di certo, diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia
Due settimane di passione per gli abitanti di Messina, una situazione intollerabile, che proprio quando sembrava sul punto di migliorare si è nuovamente aggravata, con la rottura ieri del bypass che collega l’acquedotto dell’Alcantara con quello di Fiumefreddo, messo in funzione solo qualche giorno fa. Ma almeno tutte le forze sono state finalmente messe in campo e sono arrivati l’esercito, cinque autobotti da 8 mila litri, la nave Ticino della Marina militare, che può trasportare fino a 1. 200 metri cubi di acqua. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, la Regione Sicilia ha sbloccato 1 milione di euro. E il premier Matteo Renzi — che ribadisce da Bruno Vespa «il ponte sullo Stretto si farà, e diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia» — fa un elenco delle priorità: «Prima sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Poi investiamo, nei prossimi due anni, 5 miliardi per strade e ferrovie in Sicilia. Quindi finiamo la Salerno-Reggio Calabria e portiamo l’Alta velocità».
Insomma, il problema da affrontare subito è l’acqua. Lo conferma il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Ingegneri, tecnici, Genio civile sono al lavoro. E il capo nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, subito tornato in
L’esercito Militari impegnati nella distribuzione di acqua potabile ieri per le strade di Messina
città, al termine di una riunione in prefettura ha nominato commissario con pieni poteri il capodipartimento regionale. «Ci sono zone — ha ammesso Curcio — dove da 13 giorni manca l’acqua (dalla frana dello scorso 24 ottobre a Calatabiano, cha ha causato la rottura dell’acquedotto ndr). Comprendiamo l’esasperazione della gente, chiediamo pazienza, siamo qui per risolvere il problema». Fate presto, sembra rispondergli monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Messina: «La gente è scoraggiata — dice il prelato non senza una vena polemica — perché la mancanza di una cosa così essenziale in una città così grande non è facilmente giustificabile. Mi auguro che il governo metta tutto l’impegno per il ripristino dell’acquedotto in maniera seria e duratura».
Duratura, soprattutto. Il bypass potrebbe essersi rivelato una «toppa» cucita male ma pur ripristinandolo, e i tecnici promettono che sarà fatto entro oggi, il rischio che si rompa ancora è alto e bisogna mettere mano alle infrastrutture. L’acquedotto è vecchio, il maltempo ne compromette ogni volta l’efficienza. Il presidente della Regione Rosario Crocetta se la prende con l’Amam, la municipalizzata di Messina, dice che
Stato di emergenza Si rompe anche il «bypass» che collegava gli acquedotti. Il governo: «Stato di emergenza»
sta emergendo «una gestione medievale nel sistema di distribuzione idrica della città» e che non è possibile «che qualsiasi intervento si faccia, determina la rottura in un altro punto. Non escludo l’errore umano». Ma il direttore Luigi La Rosa rispedisce le accuse al mittente: «A dimettersi deve essere Crocetta, non noi. Regione e Protezione civile dovevano intervenire su una frana che ha rotto la condotta, l’Amam non c’entra».