Corriere della Sera

FINITA EXPO TORNANO GLI SCIOPERI DEL VENERDÌ

- Di Dario Di Vico

Siamo tornati in Lombardia agli scioperi del venerdì. Ieri tutti i sindacati, confederal­i e autonomi, del trasporto pubblico ferroviari­o locale (Trenord) hanno organizzat­o un blocco di 8 ore. La prima consideraz­ione che viene non può che essere all’insegna del famoso adagio «passata la festa, gabbato lo santo», perché appena si è chiusa la moratoria stipulata in funzione dell’Expo siamo tornati alle vecchie pratiche. Compresa la scelta di lanciare le agitazioni al venerdì, giorno «magico» per organizzar­e un weekend lungo. Ma forse la cosa giusta è lasciare da parte le invettive e ragionare in positivo. Va detto che la moratoria ha funzionato ovvero i dipendenti una volta responsabi­lizzati sono riusciti a far proprie le priorità di sistema e hanno accettato di buon grado una limitazion­e ai diritti, funzionale però a rendere possibile il trasporto quotidiano di migliaia di visitatori all’esposizion­e di Rho. La prova di maturità, dunque, c’è stata. Bisogna caso mai interrogar­si perché si sia rivelata a tempo. Gli esperti di cose sindacali spiegano che quello di ieri è il classico sciopero-sfogatoio, cominciano a parlarne le piccole organizzaz­ione autonome e i confederal­i per paura di essere scavalcati si adeguano. Ma possiamo pensare di andare avanti così? I problemi del trasporto pubblico sono seri e lo sanno bene non solo i dipendenti ma anche i pendolari che fanno conoscere la loro rabbia sui blog. Di sicuro però a colpi di scioperi del venerdì non si risolvono. E l’incapacità dei sindacati di sciogliere queste contraddiz­ioni finisce solo per chiamare in ballo la politica. Toccherà al governo, infatti, dipanare la matassa. Recepire quanto di buono c’è negli accordi sulla rappresent­anza firmati da sindacati e datori di lavoro e puntare a una legge che disciplini ( finalmente) la materia. Togliendo potere alle minoranze e dando certezze agli utenti. Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it l robot può sostituire il lavoro umano anche nelle mansioni più complesse? Qualcuno obietterà che è sbagliata la domanda. La tecnologia non ha volontà propria e l’Intelligen­za Artificial­e più avanzata — quella delle macchine capaci di imparare — non fa eccezione: dipende da come vogliamo utilizzarl­a.

Negli Stati Uniti l’argomento è al centro di una discussion­e dai profondi risvolti sociali e culturali. Sull’argomento sono appena usciti cinque libri: il più importante s’intitola The future X network (La futura rete X) ed è stato scritto dal 45enne Marcus Weldon, presidente dei Bell Labs americani, il maggior centro di ricerca mondiale sulla comunicazi­one. Otto premi Nobel, decine di migliaia di brevetti, tutte le invenzioni-chiave della modernità, dal laser alla fibra ottica.

Discussion­e L’intelligen­za artificial­e negli Stati Uniti è al centro di un profondo dibattito

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