Corriere della Sera

SOLI DI DOMENICA AL RISTORANTE? COME DIFENDERCI DALLE FAMIGLIE

- di Antonella Baccaro

Chiudi la porta ed è subito silenzio. Il silenzio per i single può diventare davvero un vizio. O un incubo. A seconda degli stati d’animo. Un single che soffre la sua situazione entra in casa e accende la radio, la tv, qualcosa che gli faccia compagnia. Ma un single in pace, quel silenzio lo anela, lo persegue, lo cerca. Persino dove non dovrebbe.

Domenica scorsa, ad esempio, attirata dalle lusinghe della cotoletta per celiaci di Luigino, mi sono addentrata nel magico giorno delle famiglie. Arrivo all’una e mezza e chiedo un tavolino «tranquillo». Luigino mi mostra la sala: quella che nei giorni feriali è un’ordinata fila di tavoli, oggi è un campo di battaglia disseminat­o di passeggini, papà in modalità «ho capito, oggi me lo spupazzo io», nonni al 92°anno che addentano pezzi di torta in barba alla glicemia. «Aspetta qui» mi dice Luigi, piazzandom­i su uno sgabello con un bicchiere di bianco in mano, esposta agli sguardi dei commensali: «Povera, di domenica, da sola». E senza nemmeno una guida turistica in mano per simulare un passaggio casuale.

Il tavolo alla fine mi viene assegnato: è incastrato da un altro, occupato da una giovane coppia con figliolett­a che non vuole stare sul passeggino. La bimba passa di grembo in grembo, facendomi larghi sorrisi, così alla fine cedo: «Perché non la mettete di fronte a me, così è seduta all’altezza giusta?». I genitori mi guardano riconoscen­ti e improvvisa­mente capisco di essere diventata parte della famiglia. Dunque ho diritto di sapere quanti vaccini ha fatto la pupa e quante volte finisce a dormire nel lettone. L’unica a non prendermi in consideraz­ione è lei, che infatti continua a strepitare.

Il fatto è che io ho da attendere: alla «minorazion­e» della singletudi­ne, che, com’è noto, per un ristorator­e è rilevante, unisco quella della celiachia. «Per la tua cotoletta almeno 20 minuti» fa il cameriere. Ho tutto il tempo per diventare zia. Alla fine del pranzo Luigino mi offre una lezione di vita strisciand­o la mia carta di credito: «Se è il silenzio che vuoi, vieni a mezzogiorn­o. C’è soltanto una famosa avvocatess­a, single e celiaca come te». E più furba.

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