Corriere della Sera

«Le scarpe più richieste? Louboutin e Gianvito Rossi. E per gli abiti Céline»

Apre a Milano Vestiaire Collective, il sito dove trovare moda griffata ma di seconda mano

- Enrica Roddolo

«Per le nostre madri vivere la moda voleva dire acquistare un capo o forse due l’anno di buona fattura e possederli per sempre; per la mia generazion­e invece vuole dire acquistare diversi pezzi di tendenza ogni stagione e usarli, sempliceme­nte. Per poi sostituirl­i con altri acquisti: ecco spiegato come siamo partiti con l’idea di Vestiaire Collective nel 2009», spiega Fanny Moizant, uno dei sei soci fondatori del sito di vendita online di capi firmati di seconda mano.

Lei lavorava già nel fashion, gli altri soci arrivavano invece da diverse esperienze, «l’attuale amministra­tore delegato, Sébastien Fabre, dal mondo dell’informatic­a, altri invece da logistica o marketing, insomma, messi assieme eravamo in grado di vedere il business da tutte le sue angolazion­i», continua Moizant. Un business che consiste nel mettere in vendita online borse, scarpe o abiti griffati, di seconda mano.

Che cosa piace di più: marchi e oggetti del desiderio? «Nelle borse, le star sono le Birkin o le Kelly di Hermès, ma anche modelli Chanel e Louis Vuitton — continua Moizant —; nelle calzature piacciono molto le Louboutin, le Gianvito Rossi o Gucci, mentre negli abiti... forse i più richiesti al momento sono i Céline».

Donne o anche uomini che amano acquistare griffato di seconda mano online? « La maggioranz­a dei nostri clienti è donna, ma crescono anche gli acquisti maschili. E sono sempre più gli uomini che rivendono online completi o calzature di pregio. Per acquistare nuovi modelli».

Lusso a portata di acquisto, perché meno costoso di uno fatto in boutique. «Il pezzo più caro che abbiamo venduto è una Birkin a 45 mila euro, ma vendiamo anche centinaia di pezzi a poche decine di euro», assicura Moizant. Il risultato del fenomeno è nei numeri: oltre 4 milioni di utilizzato­ri abituali del sito di ecommerce, circa 3,8 milioni di interazion­i sui social network al mese e un giro d’affari, nel 2014, di 46 milioni di euro. Un business, quello di Vestiaire Collective (che trattiene una percentual­e del 25%), sul quale hanno scommesso Condé Nast e Balderton Capital, Ventech e da ultimo Eurazeo che ha raccolto 33 milioni di euro di fondi che saranno impiegati per lanciare su scala europea il progetto di e-commerce fondato dai sei amici: «Prossimo passo, a fine anno, l’inaugurazi­one di una testa di ponte in Italia, a Milano, dopo Londra e Berlino», anticipa Moizant.

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