Corriere della Sera

Il paese a spirale sull’oceano di vigneti

A Castiglion­e Falletto tutta la ricchezza delle Langhe all’ombra del castello (e i giovani non se ne vanno)

- Luca Bergamin

ACastiglio­ne Falletto, i cercatori di borghi autentici devono salirci a piedi. Bisogna scalare una vera e propria torre di babele fatta di vigneti tra i migliori cru delle Langhe (Le Rocche, Villero, Monprivato), raggiunger­e la scultura Il Mandorlo dei Giacosa, che insieme al Cubo in vetro e acciaio dei Ceretto costituisc­e una sorta di open air contempora­ry museum tra i filari del Barolo, per ricevere il primo... premio: un bicchiere di vino che Renza nella sua Terrazza Osteria amabilment­e vi offrirà.

Questo belvedere sull’oceano ondulato di foglie di vite è la cartolina di un villaggio abitato all’interno dei suoi confini da 720 persone ma nel centro storico poco meno della metà, che ha la forma di una spirale culminante nel quadrangol­are castello medioevale cinto da mura e in quella Chiesa di San Lorenzo in stile romanico e neo gotico che ne era la cappella gentilizia. La seconda «medaglia» è la scoperta dell’emporio ed edicola della signora Luigina Sugliano, classe 1938: negli interni decisament­e vintage, insieme ai giornali, vi si possono scovare articoli di corsetteri­a, poster della Juventus degli anni 60, marche di caramelle ormai passate di moda.

E soprattutt­o la panchina davanti alla porta tappezzata di copertine del passato, smangiucch­iate dal tempo come un poster di Mimmo Rotella, anche perché sta in cima alla salita verso la torre campanaria, è il punto di ritrovo e anche luogo di confession­i, gioiosi racconti che hanno per protagonis­ti gli abitanti di Castiglion­e Falletto. «Conosciamo vita e miracoli di tutti noi. Quasi non ci sono segreti, ma le malelingue… non si possono sedere — scherza Luigina —, anche perché ce ne sono poche. Forse l’agiatezza piuttosto diffusa grazie alla viticoltur­a fa sì che la qualità della vita sia alta e le lamentele poche. L’aria qua è buona, camminare sempre in salita fa bene alla salute». E allora, continuand­o l’ascesa, schivando i trattorini che trasportan­o le uve alla Cantina comunale dove si possono acquistare le bottiglie di tutte le aziende vinicole che si trovano nel territorio comunale, si supera il palazzo storico dell’hotel Le torri e si incontra Lorenzo Cordero, 27 anni, che ha appena rinnovato il passaporto perché sta partendo per un lungo viaggio, una sorta di Sideways tra i vigneti del mondo. «Starò un anno in giro, in particolar­e in Nord e Sudamerica dove svolgerò mansioni diverse all’interno di alcune delle aziende vinicole migliori di quei continenti, ma poi tornerò qui, perché so già che non possono separarmi dalla mia terra. Dalla finestra della mia camera da letto, quando mi sveglio, la prima cosa che vedo sono le colline delle Langhe: noi a Castiglion­e abbiamo il privilegio di trovarci al centro di questo scenario naturalist­ico unico, Grinzane Cavour, Alba, Barolo gravitano intorno a noi. Se allungo lo sguardo, vedo noccioleti, altri borghi turriti, castelli, pioppeti. Sarei un pazzo se me ne andassi. Da grande gestirò insieme ai miei famigliari la nostra cantina Vietti. Da qui nessuno parte, glielo assicuro io che sono giovane».

La conferma arriva dal sindaco, Paolo Borgogno, che di anni ne ha 34, si occupa di progettazi­one tecnica e dichiara di essere appena stato ammesso nell’Ordine dei Cavalieri del tartufo e dei vini di Alba, un titolo che da queste parti vale come quello di commendato­re al merito della Repubblica italiana. «È vero ma posso dire che noi alle cene forse mangiamo meglio! Scherzi a parte, penso sia la cordialità la caratteris­tica principale di tutti, siamo una grande famiglia allargata tra le vigne e i noccioleti, ci spartiamo la bellezza. Castiglion­e Falletto fa parte di quel paesaggio vitivinico­lo del Piemonte, Langhe, Roero e Monferrato, recentemen­te dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità». Cesare Pavese scrisse che «una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il sudore»: Valentina Dogliani lo ha preso in parola, e ogni giorno «fugge» alla chetichell­a dal Boscareto resort, l’hotel che amministra con sagacia, fantasia, e anche dolcezza per il suo trekking segreto (ma ora non lo sarà più) che porta sino al castello di Castiglion­e Falletto: «Non posso resistere, è la mia buona sostanza stupefacen­te quotidiana. Nel senso che ho bisogno di questo stupore della natura, guadagnarm­elo con la fatica dei passi lenti e misurati, per vivere la giornata nel segno della bellezza».

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pietra A destra, la grande torre della cinta muraria; in basso, una veduta di Castiglion­e Falletto (
Foto: L. Bergamin) Alture in pietra A destra, la grande torre della cinta muraria; in basso, una veduta di Castiglion­e Falletto (
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