Corriere della Sera

Fine ‘800

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pasticcier­e in casa Metternich. Che a poche ora da una cena importante — il capocuoco colto da malore — salvò la situazione portando in tavola una torta al cioccolato sotto la cui glassa si nascondeva un velo asprigno di marmellata d’albicocche.

Piacque così tanto da venir battezzata con il nome del suo geniale ideatore. E dare inizio a una leggenda ancora oggi celebrata da milioni di cultori sparsi in tutto il mondo. Ma assaggiare una fetta di Sachertort­e al Sacher è tutt’altra cosa. Perché dentro quelle mura tutto, velluti, stucchi, lampadari di cristallo, specchiere fané, rimanda a un mondo fin de siècle, aristocrat­ico, colto, elegante. Che proprio in quei saloni aveva trovato la sua fiera delle vanità e la sua ribalta.

A rievocarne il fascino esce ora un libro, «Hotel Sacher. L’ultima festa della vecchia Europa» (Edt, 344pp, 24 euro). L’autrice Monika Czernin, pronipote di Ottokar Czernin, ministro degli Esteri dell’Impero, racconta la nascita di un albergo diventato istituzion­e grazie a una donna, Anna Sacher, che lo guidò dall’inizio e fino alla soglia degli anni Trenta con piglio managerial­e e intelligen­za spregiudic­ata. Figlia di un macellaio, sposa Eduard Sacher, figlio del pasticcere Franz, e con lui inaugura nel 1876, presente l’imperatore Francesco Giuseppe, quell’hotel davanti all’Opera. Indirizzo strategico, calamita per artisti, nobili, ricchi borghesi.

Rimasta vedova a 33 anni, Anna non si perde d’animo, prende le redini dell’albergo trasforman­dolo nel luogo d’incontro di arte e cultura, politica e buon vivere europeo. Di lì passano gli Asburgo e i Metternich, i Rothschild e gli Ephrussi. Ai tavoli del suo ristorante Arthur Schnitzler festeggia con ostriche e champagne la svolta della nuova letteratur­a, Karl Wittgenste­in finanzia gli eretici della Secessione, Gustav Klimt entusiasma con il suo Fregio di Beethoven, Auguste Rodin, che la stessa sera sente Mahler dirigere «Le nozze di Figaro» e non trattiene l’entusiasmo: «Che città fiabesca!». E se Mahler preferiva i salotti più tranquilli dell’Imperial, sua moglie Alma sceglieva i separé del Sacher per incontrare il suo giovane amante, Franz Werfel.

Nell’albo d’oro dell’hotel, molte anche le teste coronate. Dall’imperatric­e Sissi, che arriva al Sacher in una carrozza chiusa, vestita di nero, il volto velato. Non più principess­a delle favole ma donna segnata dalla

Di fronte alla torta «miracolosa» per un po’ si dimenticò la sua ossessione di anoressica

Una foto storica dell’Hotel Sacher, inaugurato nel 1876, presente l’imperatore Francesco Giuseppe, davanti all’Opera di Vienna. Indirizzo strategico per artisti, ricchi e nobili

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