Corriere della Sera

Volkswagen, lascia anche de Silva L’addio del designer di Polo e Golf

Le dimissioni dalla presidenza di Italdesign, incarico ricevuto solo due mesi fa

- Bianca Carretto

Il capo del Centro Stile del gruppo Volkswagen, Walter de Silva, lascerà l’azienda e tutti i suoi incarichi a fine novembre, prima di compiere 65 anni (a febbraio), l’età in cui è normale, per i comuni mortali, andare in pensione. Forse non lo era ancora per lui, questa uscita anticipata è certamente una delle molte conseguenz­e della rivoluzion­e che il gruppo tedesco sta affrontand­o. De Silva si limita a commentare: «Non è facile parlare ora! Quarantatr­é anni di lavoro si accavallan­o nei miei pensieri».

I ricordi si affollano anche in chi è stato testimone di momenti importanti della sua vita profession­ale: l’arrivo ad Arese subito dopo l’acquisizio­ne di Alfa Romeo da parte di Fiat, per progettare il Centro Stile. Anche dopo la fine dell’attività produttiva, il centro continuò ad essere operativo, con de Silva al vertice, dove veniva privilegia­to talento e rigore. Nell’ottobre 1997 venne lanciata a Lisbona l’Alfa 156, la sua ultima vettura italiana: nella presentazi­one che fece alla stampa internazio­nale traspariva il suo distacco dal gruppo torinese; l’auto vinse il premio Auto dell’Anno e de Silva disse: «Il mio ultimo regalo».

Fu chiamato da Ferdinand Piech, presidente di Volkswagen, per occuparsi del marchio Seat e, a poco a poco, divenne il responsabi­le dello stile di tutti i 12 brand di Wolfsburg. Un’eccellenza del nostro Paese, in Germania, che lui ha sempre sottolinea­to dicendo: «Disegno le più belle auto italiane prodotte nelle fabbriche tedesche». L’eliminazio­ne di ruoli, di competenze, significa ridurre costi, in questo momento la vera priorità di Volkswagen. De Silva era tra il gruppo di dirigenti il più legato a Martin Winterkorn, l’amministra­tore delegato che ha pagato di persona, da subito, per lo scandalo dieselgate; ora non è chiaro se verrà nominato un suo successore o se la posizione verrà cancellata. Insieme a lui altri connaziona­li affollavan­o i corridoi di Wolfsburg e di Ingolstadt, la sede di Audi, tra cui Luca De Meo, il primo straniero ad entrare nel board di Audi, ora trasferito a capo del brand spagnolo Seat. In un’altra posizione di rilievo è arrivato anche Stefano Domenicali, ex direttore della gestione sportiva di Ferrari, ora amministra­tore delegato di Ducati.

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