Un racconto pubblicato da Henry Beyle
mitografia leninista, a parte tutte le ormai francamente insopportabili supponenze «rivoluzionarie» che le costellano — le pagine di Tronti esprimono al fondo, come ho già detto, qualcosa di profondamente vero: un disagio, un malessere, che ormai appaiono i tratti di un’intera fase storica. Quella che stiamo vivendo. Sopra le nostre società, infatti, la democrazia sembra avere steso una cappa di grigio buon senso, sembra ormai identificarsi con l’assenza di speranze, di ideali e di progetti forti, con una sorta di narcosi della mente e dello spirito che troppo spesso ci impedisce di vedere il male e l’ingiustizia che sono tra noi, e di chiamarli con il loro nome. Ma una fase storica che, proprio per questo, forse prepara un’inaspettata ripresa del pensiero antagonista, della divisione e dell’opposizione politiche oggi spente. E insieme prepara, forse, un ruolo nuovamente attivo del Cristianesimo sul piano sociale, una sua rinnovata capacità di richiamo. La storia non è finita, ogni partita può essere sempre riaperta.
Ben venga allora chiunque ci riporti a pensare tutto questo: anche se mostra di credere tuttora a fallite utopie dei cui misfatti è solito disfarsi con un po’ troppa facilità, chiamandoli pudicamente «fallimenti».
L’immagine
Tarsila (Tarsila do Amaral, 1886 – 1973), (1933, olio su tela, San Paolo, Palácio Boa Vista): è una delle opere più note dell’artista brasiliana, esponente della cosiddetta «pittura sociale» e che ha spesso ritratto la classe operaia brasiliana mettendone in primo piano la composizione multietnica e la condizione
È autore di numerosi saggi e romanzi tra cui: (Einaudi) premio Strega nel 2000;
(Feltrinelli);
(Mondadori)
è pubblicato da Henry Beyle in 475 copie numerate (pp. 40, 20)