Corriere della Sera

A Milano la grande mostra alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala

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della religione) — avrebbe piuttosto dovuto scegliere Kierkegaar­d. Sta di fatto che la libertà dal potere promessa dai liberali, leggiamo, non porterà mai alla libertà dello spirito, e dunque non sarà mai «vera libertà umana». Solo la libertà del cristiano è, sì, «libertà dei moderni rispetto a quella degli antichi, ma, nel Moderno, è libertà radicale, dirompente degli equilibri dati, sovversiva dell’ordine costituito, libertà liberante l’umanità fin qui oppressa».

Poco varrebbe obiettare che la «liberazion­e» cristiana o la metanoia predicata dal Vangelo sono di una sostanza fondamenta­lmente diversa dalle rotture richieste dal Comunismo. Ciò che importa agli occhi di Tronti è che Cristianes­imo e Rivoluzion­e abbiano un’identica sostanza di «follia», com’egli scrive — a quella cristiana della morte di Dio per la resurrezio­ne dell’uomo corrispond­endo la «follia» dell’abbattimen­to del dominio per la liberazion­e umana. Due follie non integrabil­i dall’omologazio­ne democratic­o-capitalist­ica, e che per questo si contrappon­gono radicalmen­te al «buon senso borghese progressis­ta» a cui oggi si è ridotta la Sinistra.

Sarebbe facile concludere ironizzand­o sul comunismo che, cacciato dal mondo, si rifugia in sacrestia. Troppo facile, ma soprattutt­o sbagliato. Infatti — a parte le perduranti ingenuità della

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