Le «Donne» di Camilleri
In tv dieci ritratti femminili tra gli anni Trenta e Ottanta Dalla prostituta alla dama borghese: passione e ribellioni
Oriana è una giovane prostituta, vive nella Pensione Eva, la Casa chiusa del paese, ma lei è diversa dalle altre. Dal suo sguardo senza sorriso e dal suo abbigliamento semplice, tutt’altro che ammiccante al sesso a pagamento, si capisce subito che ha un carattere deciso e che è capitata in quel postribolo per caso. Oriana è una giovane donna impegnata e, mentre infuria la seconda guerra mondiale, porta avanti un suo credo politico: è socialista. E Andrea, un ragazzo di 17 anni capitato anche lui per caso in quella Casa chiusa, non può fare a meno di innamorarsene.
Si intitola «Donne» la serie di 10 film-fiction da 10 minuti ciascuno, tratta dal libro omonimo di Andrea Camilleri (edito da Rizzoli) e realizzata da Anele per Rai Fiction. Dieci ritratti femminili raccontati da un personaggio maschile, che è poi lo stesso autore, attraverso le proprie reali esperienze personali. Un inedito esperimento televisivo che, con la regia di Emanuele Imbucci, andrà in onda su Rai1 nella primavera 2016, probabilmente intorno all’8 marzo.
Nicole Grimaudo impersona Oriana: «È una donna che si colloca in un contesto particolare, le case di tolleranza dell’èra fascista, ma dove è una nota stonata. Lei non c’entra niente con quell’ambiente e lo dimostra con un atteggiamento diverso dalle altre “signorine”. Per questo colpisce subito l’immaginazione di Andrea che si innamora del senso di ribellione, che da lei emana, e della sua passione politica. La leggenda vuole — continua l’attrice — che i fascisti che andavano a letto con lei non ne uscivano vivi: pare che avesse un pugno peggio di quello di Carnera. Ma Oriana ha un comportamento molto diverso con Andrea, perché da lui si sente trattata come un essere umano: è un ragazzo, ma è il primo gentiluomo che incontra in quel postaccio, è il primo che guarda le donne con tenerezza e rispetto».
Un’altra donna molto singolare è Pucci, impersonata da Carolina Crescentini: «Lei appartiene all’alta borghesia milanese — spiega l’attrice — e Andrea, che ha ormai una quarantina d’anni, la incontra a una festa per artisti. Pucci non è una acculturata, però le piace contornarsi di pittori, scultori e intellettuali pur non capendo nulla d’arte e pur facendo un sacco di gaffes quando apre bocca su argomenti che non conosce. Tuttavia è una molto sicura di sé e al tempo stesso sorprendente: durante la festa, vedendo che una giovane modella, sensuale e procace, ha l’ardire di spogliarsi e mostrarsi senza pudore, l’indomita Pucci si sente provocata: fa altrettanto e anche di più! Andrea con lei scopre l’imprevedibilità dell’universo femminile: l’irrazionalità che si scontra con la razionalità maschile».
Il primo episodio della serie, invece, rappresenta Elvira, ovvero la nonna di Camilleri, che qui è un bambino di sei anni: «Una nonna speciale — osserva Lucia Sardo che la interpreta —. È colei che introduce il nipotino nel mondo della creatività, della fantasia e della lettura: forse il primo passo verso la narrazione, che farà di lui uno scrittore». Seguono altre storie di donne, tutte forti, indipendenti, che compiono scelte inconsuete. I vari volti di un unico affresco, le tessere di un variopinto mosaico: Nunzia (Alice Canzonieri), Kerstin (Giulia Achilli), Ofelia (Linda Caridi), Ingrid (Elisabeth Kinnear), Beatrice (Miriam Dalmazio), Jolanda (Anita Kravos), Ines (Catrinel Marlon). Tra gli attori che impersonano Andrea, Neri Marcorè, Giampaolo Morelli, Claudio Gioè, mentre Nino Frassica incarna il « nonno Nené».
«Abbiamo scelto questi dieci personaggi su 39 racconti — spiega il regista — per rappresentare anche un’evoluzione temporale in dieci epoche diverse, tra gli anni Trenta e Ottanta, quindi differenti figure femminili, viste da un Camilleri che cresce, si modifica tra i 6 e i 60 anni circa, incontrando donne che gli cambiano prospettiva. Le vicende sono in parte autobiografiche, ma pure inventate e tra un episodio e l’altro esistono dei collegamenti, costituiti da piccoli oggetti o da gesti che ricorrono nel fluire della narrazione. La scommessa — aggiunge — è di amalgamare il materiale, per poi circoscriverlo
e condensarlo in una formula breve: sono piccole storie, ma non è un piccolo cinema». Concorda la produttrice Gloria Giorgianni: «Un formato innovativo per la tv generalista che, dovendosi misurare con la brevità, consente una tessitura narrativa sfaccettata e più immediata. L’idea è di mandare in onda un episodio al giorno tra la prima e la seconda serata». Continua la Grimaudo: «Per noi attori la sfida consiste nel dover esprimere in poche scene un concentrato di sentimenti e di emozioni». E la Crescentini conclude: «Amo molto i cortometraggi, non puoi aggrapparti a nulla e ti costringono a scelte forti».