Mancini conquista territorio e velocità Pirlo perché no?
uello che contraddistingue Mancini ( foto a sinistra), per esempio da Mihajlovic, Sarri, Allegri, più aperti e discorsivi, dallo stesso slang filosofico di Sousa, è una lunga, insistita, silenziosa marcia verso la novità. Una conversazione mai interrotta con se stesso che porta dal generale al particolare, abbastanza lenta, anche prudente, che alla fine però si accende di idee quasi rivoluzionarie. La formazione dell’Inter contro la Roma ha colpito tutti per l’assenza di Icardi, cioè dell’unica punta vera, ma mi sembra sia sfuggito che, quasi distrattamente, Mancini non solo ha tolto il centravanti, ha proprio rovesciato la squadra. I veri sintomi del ribaltamento sono partiti dal cambio dei due terzini. D’Ambrosio non aveva mai giocato fino a sabato scorso, Nagatomo era una riserva evidente. La novità è stata molto forte. È stato tutto giustificato dall’avversario, la Roma ha due ali pure come Salah e Gervinho, ma non basta. Santon e soprattutto Juan Jesus sono marcatori migliori. Avesse pensato alla copertura delle ali Mancini avrebbe scelto loro. A cosa servivano allora D’Ambrosio e Nagatomo? A iniziare la cura della malattia dell’Inter, il suo vero disagio strutturale: la pesantezza, la mancanza di velocità, la difficoltà con cui conquista territorio e si avvicina all’area degli altri. Si è partiti così con due esterni bassi di forza (D’Ambrosio) e di velocità (Nagatomo) per guadagnare metri, per tenere più avanti il gioco, rendere veloci le ripartenze. Il disegno è andato avanti con l’esclusione di Melo e Kondogbia, due pensatori preziosi ma lenti, legati alla loro posizione mediana per mentalità e assenza di dribbling. In sostanza due giocatori orizzontali abbastanza in difficoltà nel portare avanti la squadra. Meglio per questo Brozovic, almeno una buona via di mezzo. L’idea ha finito poi per realizzarsi con la scelta di attaccanti rapidi e soprattutto con la libertà di Jovetic. Difficile che questo tipo di squadra abbia un futuro esatto, Mancini ama studiare di continuo e ritoccare sempre il progetto, ma ha mostrato per la prima volta che è anche lui d’accordo sul limite dell’Inter e sta provando per la prima volta terapie d’urto per guarirlo. Il tentativo è quello di trovare uno sfogo in avanti alla squadra, conquistare terra con la velocità o la fantasia dove non si riesce a farlo con la potenza. E per farlo è necessario muovere tutta la squadra. Per questo si è cominciato dai terzini e si è finito con le ali e il centravanti. Si è accorciata l’Inter, si è cercato di cucirla insieme, da una bandierina all’altra, in verticale. L’ultima idea adesso è Pirlo ( foto a destra). Non so quanto sia seria ma è un’idea vera. Non servirebbe davanti alla difesa, andrebbe venti metri oltre i due mediani, farebbe il regista offensivo, dove potrebbe giocare anche da fermo. Ma anche sostituire a tratti Guarin, che resta la chiave intermittente dell’Inter, quello che per primo la rende lunga. L’aspetto più interessante è che l’Inter continua a cercarsi a forza di dettagli nonostante sia prima in classifica. Segno che non si piace del tutto, ma c’è un lavoro certosino per cancellare i limiti. E che per questo lavoro, in silenzio e quasi non capiti, non ci si nega nessun orizzonte.
Gabrielli 1 So che determinati soggetti hanno intenzione di fare cose non positive