Corriere della Sera

La durezza di «Stalker», serie con vocazione pedagogica

- Di Aldo Grasso

Com’è noto, lo stalking (dal termine inglese «to stalk», fare la posta, braccare la preda) è ogni tipo di condotta persecutor­ia verso una persona: riguarda violenze private, comportame­nti invadenti con pretesa di controllo, calunnie, minacce alla vittima con telefonate, messaggi, ossessivi pedinament­i… E a questo nuovo tipo di reato è stata dedicata una serie firmata da di Kevin Williamson (lo showrunner di «Dawson’s Creek», «The Vampire Diaries», «The Following»).

I racconti di «Stalker» sono di una durezza impression­ante (un persecutor­e terrorizza la sua vittima per raggiunger­e il piacere sessuale, un altro infila

Vincitori e vinti

È ARRIVATA LA FELICITÀ Claudia Pandolfi Fiction contro reality: per Rai1 4.215.000 spettatori, 15,5% di share in fascia prime time

GRANDE FRATELLO Alessia Marcuzzi Reality contro fiction: per Canale 5 3.957.000 spettatori, 14,5% di share in fascia prime time serpenti nel letto di una sua ex…), compensati da una buona scrittura e da una vocazione pedagogizz­ante: ogni caso viene spiegato con dovizia di particolar­i, ogni sindrome trova la sua decifrazio­ne psicologic­a (Premium Crime, mercoledì, ore 21.10).

Il tenente Beth Davis (Maggie Q) e il detective Jack Larsen (Dylan McDermott) indagano su vari casi di persecuzio­ni personali per la TAU (Threat Assessment Unit) del dipartimen­to di polizia di Los Angeles. Larsen, con un passato nella sezione omicidi del dipartimen­to di polizia di New York, si fa trasferire a Los Angeles per questioni personali e la cosa non piace ai suoi colleghi che lo trattano con molta freddezza. Anche il tenente Davis, una donna dal carattere forte, ha i suoi piccoli scheletri nell’armadio, giusto per alimentare un po’ di ambiguità e alcune sottotrame circa i rapporti personali fra i detective. Mira Sorvino compare in più di un episodio. La struttura di ogni puntata è facilmente individuab­ile: si rappresent­a una storia esemplare di stalking (stalker risentiti, stalker sadici, stalker psicopatic­i…) il cui svelamento è dovuto più alla comprensio­ne dei meccanismi mentali dei criminali che ai tradiziona­li metodi di indagine.

È desiderio degli autori trattare anche esperienze di stalking al femminile: meno violenza fisica ma maggiore violenza psicologic­a.

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