Berlusconi e Salvini, l’asse nella città blindata Oggi la manifestazione a Bologna, tensioni per i centri sociali. Sul palco lavoratori in difficoltà e disoccupati, poi i comizi Il leader forzista: solo uniti vinciamo, i leghisti non mi fischieranno. Melo
Alle otto di ieri sera erano già tutti insieme appassionatamente a San Siro ad aspettare il riscaldamento del Milan. Silvio Berlusconi con nipotini, Matteo Salvini col figlio, più Licia Ronzulli, ufficiale di collegamento tra FI e la Lega.
Oggi pomeriggio, alle 14, saranno ancora assieme a scattarsi un selfie davanti alla televisione, e ci sarà anche Giorgia Meloni, a tifare per la rincorsa di Valentino Rossi a Valencia. In mezzo, quella piazza di Bologna che li vedrà uno dietro l’altro salire sul palco. Con Berlusconi che, come a voler sminare il terreno da qualsiasi polemica, ha già fatto sapere al segretario del Carroccio di «non aver alcun tipo di problema dal punto di vista del cerimoniale». Come a dire, «fatemi parlare per primo, secondo o terzo, scegliete voi, per me va bene tutto». Va in scena oggi la prima prova plastica di un centrodestra nuovamente ricompattato. Dieci interventi di altrettanti cittadini in difficoltà — uno per categoria — prima. E, a seguire, i discorsi di Berlusconi, Meloni e Salvini, qui in rigoroso ordine alfabetico. Nei suoi appunti il primo, che per la sua scelta di essere presente a Bologna pagherà il prezzo di un partito sempre più spaccato, ha messo nero su bianco una serie di frasi a effetto che ben si sposano con la piattaforma della manifestazione e riducono al minimo il rischio di fischi. «Renzi s’è messo a copiare le ricette del centrodestra. Ma il suo è un regime». E ancora: «Dobbiamo liberare questo Paese dall’oppressione della burocrazia e da quella del fisco » . Senza dimenticare l’adagio buono per tutte le stagioni, quel «soltanto uniti possiamo vincere e mandare a casa la sinistra e i suoi golpisti», che l’ex premier lascerà per ultimo, prima di cedere microfono e parola a Salvini.
Incognite? Tantissime, per il futuro. Soprattutto se si considera che, a Roma più che a Milano, trovare una piattaforma (e un candidato) che tenga insieme FI, Lega e FdI sarà un’impresa tutt’altro che agevole. E oggi? Bologna è blindata per scongiurare il rischio che la folla del centrodestra venga a contatto con i centri sociali. Quanto al fuoco amico, Berlusconi ha fatto sapere ai suoi di «non temere affatto i fischi degli amici leghisti, che non arriveranno». Dice Giorgia Meloni che «la manifestazione sarà una grande festa e un’occasione per ripartire dal popolo. Da lunedì saremo più forti in vista delle Amministrative».
Festa o non festa, la vigilia è stata rovente. Salvini, a Cinisello Balsamo, s’è improvvisato benzinaio, distribuendo con alcuni leghisti pieni di super e diesel senza il carico delle accise. Meloni, da Milano, ha invocato «un fronte comune contro il fantoccio Renzi». Solo Francesco Storace, che oggi sarà in piazza ma non sul palco, aveva pensieri poco barricaderi. «Spero», ha confidato ai suoi il leader de La Destra, «di incontrare Francesca Pascale. Siamo amici su Instagram. Ci siamo anche scritti…».