Peperoncino sorprendente anche alla vista
Qualche settimana fa, due signore che non solo producono ma selezionano centinaia di varietà di peperoncino (per la precisione più di 700), me ne regalano uno dai frutti viola scurissimo come il fogliame, che si chiama quasi come me Carlos visto che la titolare del vivaio è spagnola trapiantata nel parmense e, chiacchierando con loro, mi rendo conto di quante cose non so su questa pianta che dall’orto passa con disinvoltura al giardino. A onor del vero il nome della maggior parte delle varietà comunemente coltivate, e nella genealogia di molti ibridi, è di per sé fuorviante: Capsicum annuum, vien normale pensarlo come annuale! Invece, se riparato dal gelo e coltivato come dio comanda, dura per diversi anni, raggiungendo dimensioni considerevoli e le sue richieste son piuttosto facili da esaudire. A iniziare dal terriccio che deve essere leggero e ben drenato: quindi il comune terriccio universale a base di torba non va bene, trattiene troppa acqua, che oltre ad annacquarne il sapore è la più comune causa di morte per una pianta originaria dal secco e assolato Centro America. Una miscela al 50/50 di compost e fibra di cocco è assai meglio; se volete aggiungervi anche un po’ di vermiculite o sabbia non guasta. Poi la temperatura. Dove non gela può star fuori tutto l’anno, altrove va ricoverato in un luogo non riscaldato, sui 10-15˚C, potarlo a una spanna dal terreno come fosse una rosa e mantenere il substrato quasi secco per la brutta stagione; quando lo riporteremo al sole e riprenderemo giudiziose annaffiature e parche concimazioni la prossima primavera, ripartirà come se nulla fosse.
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