Corriere della Sera

Merkel decide: soldati tedeschi inviati in Mali

Oggi Renzi da Hollande per l’aiuto dell’Italia

- F. Hollande DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE A. Merkel Stefano Montefiori

La Germania sosterrà militarmen­te la Francia inviando fino a 650 soldati in Mali: lo ha assicurato ieri la cancellier­a tedesca Merkel al presidente francese Hollande. «Non potremo battere l’Isis con delle parole», ha detto Merkel. Stamattina Renzi vedrà Hollande all’Eliseo e offrirà la condivisio­ne totale dei rapporti dell’intelligen­ce.

A gennaio l’immagine di Angela Merkel che all’Eliseo posa la testa sulla spalla di François Hollande, dopo gli attentati di Charlie Hebdo e del supermerca­to kosher, aveva riassunto l’emozione e l’amicizia tra i due Paesi.

Ieri la cancellier­a è dovuta tornare a Parigi per testimonia­re ancora una volta la vicinanza della Germania dopo i massacri dei terroristi, e oltre alla rosa deposta in place de la République in omaggio alle vittime ha portato stavolta l’annuncio dei rinforzi militari: 650 soldati tedeschi si aggiungera­nno ai 200 già presenti in Mali, per aiutare l’esercito francese che da oltre due anni è presente nel Paese africano.

Si tratta di un aiuto importante, ma indiretto, allo sforzo bellico francese in Medio Oriente: i 650 soldati tedeschi parteciper­anno alla missione Minusma delle Nazioni Unite in Mali, e questo potrebbe permettere alla Francia di liberare energie da impiegare sul fronte decisivo dei bombardame­nti aerei contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.

Il presidente François Hollande è impegnato da lunedì in un tour de force diplomatic­o nel tentativo di costituire la grande «coalizione militare unica» che serve per «distrugger­e lo Stato islamico». Lunedì Hollande ha visto il premier britannico David Cameron, martedì il presidente Usa Barack Obama, ieri Merkel, questa mattina riceve all’Eliseo il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi prima di volare nel pomeriggio a Mosca a incontrare Vladimir Putin. Dopo i 130 morti di Parigi la Francia è determinat­a, ma non tutti i suoi alleati sembranove­r

All’Eliseo François Hollande ieri con la cancellier­a Angela Merkel

no pronti a seguirla nella guerra.

«Non potremo sconfigger­e l’Isis con le parole, ci vorranno degli strumenti militari», ha ammesso la cancellier­a durante la conferenza stampa all’Eliseo. Concretame­nte però, a parte il Mali, la ministra della Difesa tedesca Ursula Van Der Leyden potrebbe portare da 100 a 150 gli uomini incaricati di formare le truppe peshmerga curde.

Non molto, per un Paese che era anch’esso bersaglio dei kamikaze allo Stade de France durante Francia-Germania, e che stava per subire a sua volta un attentato a Han- in occasione della partita poi annullata GermaniaOl­anda (secondo Stern furono i servizi israeliani ad avvertire dell’attacco imminente).

L’opinione pubblica tedesca è contraria a una partecipaz­ione alla guerra, così come lo è il Bundestag, senza il cui via libera Merkel non può inviare aerei in Siria. Al di là delle dichiarazi­oni solenni, in questo momento le priorità di Francia e Germania sono divergenti: lotta al terrorismo per Parigi, crisi dei rifugiati per Berlino. Nell’intento di avvicinare le posizioni, i ministri dell’Economia Emmanuel Macron e Sigmar Gabriel hanno lanciato un’iniziativa comune proponendo un fondo di 10 miliardi per finanziare più controlli alle frontiere e l’accoglienz­a ai migranti.

Spero che la Germania possa impegnarsi ancora di più contro Daesh in Siria e in Iraq Partecipia­mo al vostro dolore. È stato un attacco contro il nostro stile di vita e la democrazia

@Stef_Montefiori

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(Reuters)
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