Corriere della Sera

Salari e orari: addio sindacato L’operaio adesso vuole fare da sé

- di Dario Di Vico L. Salvia

Ilsociolog­o ed ex operaio Aris Accornero coniò diversi anni fa un’espression­e fulminante per riassumere l’itinerario politico-culturale delle tute blu del Novecento italiano: «Sono state macchine per la lotta di classe». Detta da uno che di operai e sindacati se ne intende la definizion­e valeva e vale moltissimo e non a caso mi è tornata immediatam­ente in mente leggendo i risultati dell’indagine resa nota ieri dalla Federmecca­nica e affidata alla supervisio­ne scientific­a di Daniele Marini. Il campione è relativame­nte ristretto (1.123 intervista­ti) ma la tendenza che emerge è netta.

In attesa di andare in paradiso, la classe operaia va in pensione. Nel senso che perde quota come gruppo omogeneo, come organizzaz­ione capace di lasciare il segno nel dibattito politico. E cede il passo al singolo lavoratore, alla persona convinta che il futuro sia nelle sue mani. Almeno secondo un sondaggio realizzato da Daniele Marini, professore dell’Università di Padova, per Federmecca­nica, l’associazio­ne delle imprese del settore.

Sono tre i punti chiave dello studio, basato su un campione rappresent­ativo di 1.123 lavoratori. Chiede il sondaggio come si migliorano le proprie condizioni in azienda. Risponde « facendo bene il proprio lavoro», il 92,4% degli intervista­ti. In forte crescita rispetto al 60% fotografat­o in uno studio analogo di fine anni 90. Approccio soggettivo più che coscienza di classe, dunque, come conferma la seconda risposta possibile alla stessa domanda. Il migliorame­nto passa per le «iniziative collettive di rivendicaz­ione» solo per il 2,4% dei lavoratori. Quasi nessuno. Mentre alla fine degli anni 90 si arrivava al 15,7%. La terza questione è più tecnica. Chiede il sondaggio come dovrebbero essere decisi i contratti: il 71,5%, indica la casella «a livello in parte nazionale, ma con molto autonomia aziendale». Anche qui il confronto con il passato aiuta a capire dove stiamo andando: nel ‘97, in un altro studio condotto dallo stesso gruppo di ricerca, questo mix era stato molto meno popolare e si era fermato al 50%.

«Ormai — spiega il professor Marini, autore della ricerca — i lavoratori sono disponibil­i ad avere un rapporto diretto con l’impresa». Con il risultato di ridurre il ruolo del sindacato. Fra pochi giorni la stessa Federmecca­nica incontrerà di nuovo i rappresent­ati dei lavoratori per discutere il nuovo contratto di categoria. Maurizio Sacconi — presidente della commission­e Lavoro del Senato — coglie la palla al balzo e invita i sindacati a tenere conto di questo studio «senza tararsi sulle minoranze demotivate e ideologizz­ate». La prossima settimana la «sua» commission­e tornerà a occuparsi proprio di riforma dei contratti. In tutte e due i casi il sondaggio prepara il terreno.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy