Corriere della Sera

Bruxelles, ancora emergenza «È caccia a dieci kamikaze» Il ruolo dell’artificier­e Abrini

L’allarme del ministro degli Esteri: «Pronti a farsi esplodere» Poi il governo chiede ai media di «abbassare» la notizia

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Imarisio

Le luminarie natalizie si accendono su boulevard Anspach e sui blindati dell’esercito parcheggia­ti accanto al marciapied­e. Dalle torrette spuntano soldati che guardano dall’alto i passanti che entrano ed escono dai centri commercial­i.

Benvenuti a questo strano ritorno alla normalità, con la riapertura di scuole, negozi e metropolit­ana in una città dove secondo il ministro degli Esteri Didier Renders si aggirano dieci kamikaze pronti a farsi saltare in aria, e i conducenti di autobus ricevono in busta paga un aumento di 50 euro a copertura del rischio e dello stress di dover girare per Bruxelles. Quando ci sarà il tempo bisognerà anche farsi due domande su questa strana gestione dell’emergenza belga. Al mattino le radio annunciano che con il blitz di domenica scorsa, 17 fermati, sedici dei quali rilasciati il giorno dopo, nessuna arma o esplosivo trovati nell’ambito di 34 perquisizi­oni, si è evitata una carneficin­a simile a quella di Parigi.

Al pomeriggio il ministro racconta all’emittente americana Abc di dieci bombaroli a piede libero, mentre quando scende la sera precisa che quella frase andava contestual­izzata, e il governo chiede con discrezion­e ai principali siti d’informazio­ne di «abbassare» la notizia. Lo stato d’allerta resta al più alto livello fino a lunedì, la minaccia di attentati è ancora «seria e imminente», ma negozi, cinema, discoteche e sale da concerti riaprono. Intanto il tribunale proroga la detenzione di A. Lazez, sospettato di aver accompagna­to Salah Abdeslam nel tratto iniziale della sua fuga dalla capitale francese. Nella sua Citroen sono state trovate due pistole. Si è giustifica­to dicendo di essere un collezioni­sta. Resta in cella. L’unica certezza è che alla lista dei jihadisti sfuggiti alla rete piuttosto allentata dell’antiterror­ismo belga va aggiunto un altro nome. E non di poco conto.

Attraverso le indagini telefonich­e gli inquirenti francesi sono convinti che il trentenne Mohamed Abrini, ufficialme­nte ricercato per terrorismo, l’uomo fotografat­o in compagnia del mega latitante Abdeslam due giorni prima della strage di venerdì 13 in un’area di servizio a bordo della Clio nera poi usata per portare a destinazio­ne i kamikaze dello Stade de France, abbia avuto un ruolo attivo e ben definito nella pianificaz­ione degli attacchi, che sarebbero dovuti proseguire il 18 e 19 novembre nel quartiere amministra­tivo della Defense. I bersagli designati erano un commissari­ato di polizia e il centro commercial­e Quatre Temps. Abrini sarebbe l’artificier­e, colui che ha preparato le cinture esplosive usate negli attentati. Anche lui originario di Molenbeek, è un vicino di casa degli Abdeslam. Amici d’infanzia. Fino al dicembre 2014, quando il presunto artificier­e ha deciso di partire per la Siria. Per questo era stato cancellato dall’elenco degli abitanti del sobborgo di Bruxelles che ha dato i natali anche a Abdellhami­d Abaaoud, la mente dell’operazione stragista. Le date e la durata del suo soggiorno nel Califfato sono ancora sconosciut­e, ma il suo nome figura nell’elenco governativ­o dei «ritornanti», i jihadisti belgi rientrati in patria. Come per Salah Abdeslam, non ci sono tracce evidenti di radicalizz­azione. Nel settembre 2013 era diventato socio di Tamimi, una piccola

L’operazione Nel blitz di domenica sarebbe stata evitata una carneficin­a «simile a quella di Parigi»

impresa agli Etangs noir, l’enclave araba della città, che nel registro commercial­e è descritta una volta come drogheria e un’altra come salone di bellezza per uomini. Abrini vende le sue quote pochi giorni prima di partire per la Siria.

A Molenbeek raccontano che lo scorso luglio era fisso al bancone de Les Beguines, il bar del kamikaze Brahim Abdeslam, fratello di Salah, poi chiuso per spaccio. Ma nessuno è mai andato a cercarlo per fargli qualche domanda.

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