La sfida di Sala: corra Pisapia, lui non divide
Milano, spaccature nel centrosinistra e ipotesi Balzani. Il commissario di Expo resta in campo e contrattacca
Gli hanno chiesto di candidarsi, ha accarezzato l’idea, poi gli hanno detto (alcuni) che la sua figura avrebbe spaccato il centrosinistra, poi ancora hanno costruito e lanciato il «piano B», quello che piace al sindaco Giuliano Pisapia secondo il quale (lo aveva detto al premier Matteo Renzi quattro mesi fa) la sua vice Francesca Balzani è la persona adatta a far proseguire il «progetto arancione». E lui, Giuseppe Sala, il candidato prima invocato e adesso un po’ nel mirino, rilancia: « La figura ideale per non dividere la coalizione ce l’abbiamo e si chiama Giuliano Pisapia. Mi auguro
Gli incarichi Il manager, già nel cda di Cassa depositi, sarà consulente della multinazionale Wpp
quindi che ci ripensi e torni in campo per tenere insieme tutti, cosa che saprebbe fare sicuramente meglio di me».
La provocazione di Sala arriva nel giorno in cui le agenzie annunciano che entrerà nell’advisory board di Wpp, la multinazionale leader mondiale nel campo delle comunicazioni. Poche settimane fa era stato invece nominato nel cda di Cassa depositi e prestiti: per dire, insomma, che le quotazioni di mister Expo almeno all’esterno del mondo politico sono salite. E Sala ieri ma anche nei giorni precedenti (venerdì scorso è stato avvistato a casa di Carlo De Benedetti, ad esempio) ha ricordato ad alcuni interlocutori del Pd che lo stanno sondando o che continuano a sostenere la sua discesa in campo per Palazzo Marino che non è stato lui a costruire questo progetto: «Mi avete cercato, non mi sono mai offerto» è il suo refrain. E l’accusa di aver troppo tentennato finora, diviso fra la voglia di portare avanti altri progetti e la passione per la città che gli ha dato tutto dal punto di vista professionale? «Fino a fine dicembre devo occuparmi ancora di Expo, perché in alternativa dovrei dimettermi o, cosa ancora meno dignitosa, farmi chiedere di lasciare la società», ripete ostinato. Che è un concetto molto, molto diverso dal dire: «Io non ci sono».
La battaglia tra Sala e Pisapia pare destinata però a sfociare anche in un altro braccio di ferro, quello fra il sindaco e il premier: il primo si fa forte dei molti che hanno mal digerito la decisione di Renzi e della segreteria di rinviare le primarie a marzo. Ne hanno parlato ieri mattina con Pisapia anche i due segretari milanese e lombardo, Pietro Bussolati e Alessandro Alfieri, e si potrebbe avviare una mediazione con Roma per avere una deroga milanese.
Molti poi non vedono di buon occhio il fatto che Renzi abbia in più occasioni ripetuto la propria stima per Sala e la sua riconoscenza per il lavoro svolto in Expo. Ed ecco che su questo terreno di malumori e indecisioni, Pisapia riesce a far attecchire il proprio progetto su cui sicuramente convergerebbe tutto il mondo di sinistra che invece non ha voglia di dare il voto a Sala.
Difficile dire come finirà: Sala resta in pista, Balzani è pronta. L’incontro fra Renzi e l’ad di Expo previsto per lunedì è stato rinviato dal premier impegnato nella gestione della ben più importante e delicata partita internazionale. Ma forse a entrambi serviva prendere ancora tempo: il voto è a giugno, c’è ancora tanta strada davanti.