Il paradosso Bologna e il nodo di Merola «quasi candidato»
Che qualcosa non va lo si capisce dal traffico: città intasata quasi a ogni ora. E a Bologna il traffico non era mai stato un problema tale da diventare argomento di conversazione. Scelte controverse e discutibili: modifiche a semafori e alla circolazione hanno prodotto il caos. Ecco, il tema delle scelte — quelle fatte, quelle non fatte, quelle fatte e poi cambiate — sta al fondo della tormentatissima ricandidatura di Virginio Merola a sindaco. Dopo avere superato, con tenacia, l’opposizione della Ditta al suo bis, Merola non riesce ancora ad avere la certezza di essere il «candidato». Una situazione che rischia di mettere in discussione il successo del Pd — oltre che a Roma, Milano, Napoli — proprio nell’ex oasi «rossa». Renzi ha deciso che i nodi verranno sciolti a metà gennaio. Quando saranno già noti i sondaggi che ha commissionato su sindaci uscenti e candidati possibili. Va notato che il premier non ha ancora speso la sua autorevole parola per Merola. In una Bologna dove consistenti fasce degli elettori moderati si sono convertite o adeguate al renzismo, Merola ha invece operato una repentina e a volte sorprendente virata verso una sinistra più movimentista che di governo. È indagato in Procura per i tentennamenti nello sgombero degli spazi occupati abusivamente da un centro sociale, oppure ha cancellato un’opera — il Passante Nord — attesa da anni e ritenuta fondamentale dagli imprenditori. Che ora gliel’hanno giurata. Ha così finito per scoprire il fianco anche agli attacchi di un ministro del governo Renzi, il bolognese e casiniano Gian Luca Galletti. Lo scontro, durissimo, andato in scena fra i due in questi giorni denuncia un aspetto del paradosso bolognese: un sindaco poco amato dal suo partito deve difendersi da un ministro non del Pd, però assai più vicino a Renzi di Merola, che vorrebbe fare il sindaco ma la cui candidatura avrebbe valore solo se appoggiata dal Pd e quindi, nel caso ma non accadrà, metterebbe il segretario-premier nelle condizioni di dover giubilare un sindaco pd per agevolare una candidatura non pd proprio a Bologna. I Cinque Stelle, vera incognita, osservano e ringraziano, l’astensione aspetta dietro l’angolo.