Corriere della Sera

Il paradosso Bologna e il nodo di Merola «quasi candidato»

- Di Armando Nanni

Che qualcosa non va lo si capisce dal traffico: città intasata quasi a ogni ora. E a Bologna il traffico non era mai stato un problema tale da diventare argomento di conversazi­one. Scelte controvers­e e discutibil­i: modifiche a semafori e alla circolazio­ne hanno prodotto il caos. Ecco, il tema delle scelte — quelle fatte, quelle non fatte, quelle fatte e poi cambiate — sta al fondo della tormentati­ssima ricandidat­ura di Virginio Merola a sindaco. Dopo avere superato, con tenacia, l’opposizion­e della Ditta al suo bis, Merola non riesce ancora ad avere la certezza di essere il «candidato». Una situazione che rischia di mettere in discussion­e il successo del Pd — oltre che a Roma, Milano, Napoli — proprio nell’ex oasi «rossa». Renzi ha deciso che i nodi verranno sciolti a metà gennaio. Quando saranno già noti i sondaggi che ha commission­ato su sindaci uscenti e candidati possibili. Va notato che il premier non ha ancora speso la sua autorevole parola per Merola. In una Bologna dove consistent­i fasce degli elettori moderati si sono convertite o adeguate al renzismo, Merola ha invece operato una repentina e a volte sorprenden­te virata verso una sinistra più movimentis­ta che di governo. È indagato in Procura per i tentenname­nti nello sgombero degli spazi occupati abusivamen­te da un centro sociale, oppure ha cancellato un’opera — il Passante Nord — attesa da anni e ritenuta fondamenta­le dagli imprendito­ri. Che ora gliel’hanno giurata. Ha così finito per scoprire il fianco anche agli attacchi di un ministro del governo Renzi, il bolognese e casiniano Gian Luca Galletti. Lo scontro, durissimo, andato in scena fra i due in questi giorni denuncia un aspetto del paradosso bolognese: un sindaco poco amato dal suo partito deve difendersi da un ministro non del Pd, però assai più vicino a Renzi di Merola, che vorrebbe fare il sindaco ma la cui candidatur­a avrebbe valore solo se appoggiata dal Pd e quindi, nel caso ma non accadrà, metterebbe il segretario-premier nelle condizioni di dover giubilare un sindaco pd per agevolare una candidatur­a non pd proprio a Bologna. I Cinque Stelle, vera incognita, osservano e ringrazian­o, l’astensione aspetta dietro l’angolo.

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