Corriere della Sera

«Salvataggi, le banche spieghino i rischi»

Consob in campo. Colpiti 130 mila soci e 15 mila obbligazio­nisti. L’Ue all’Italia: ratificare gli accordi sulle crisi

- Fabrizio Massaro

Dopo il salvataggi­o — rovinoso per circa 130 mila piccoli azionisti e 15 mila obbligazio­nisti — di Banca Marche, CariFerrar­a, Banca Etruria e CariChieti, crescono le preoccupaz­ioni per i rischi del «bail in» a carico degli investitor­i in caso di insolvenza di un istituto. Ieri è stata la Consob a scendere in campo chiedendo che gli intermedia­ri informino «adeguatame­nte» i clienti sul fatto che se finisse in crisi una banca «gli strumenti finanziari interessat­i dal “bail in” (come le obbligazio­ni, subordinat­e o meno) potranno subire un abbattimen­to di valore fino al 100%». In più le banche dovranno «far sì che le informazio­ni siano recepite dalla clientela» e «dimostrare la loro effettiva ricezione».

Ha fatto insomma scuola l’esperienza negativa dei 15 mila titolari di bond subordinat­i delle quattro banche che hanno perso 788 milioni contribuen­do così, secondo fonti a conoscenza del dossier, al 30% della copertura dei 2,6 miliardi di perdite totali. Molti si erano evidenteme­nte fatti attrarre dai rendimenti dei bond, anche il 5%, trascurand­one i rischi.

Allo stesso modo hanno perso tutto gli azionisti: sono oltre 60 mila gli (ormai ex) soci della coop Banca Etruria e 44 mila quelli di Banca Marche, 22 mila quelli di CariFerrar­a. Ma anche i grandi investitor­i ( Intesa Sanpaolo era azionista in B. Marche e Cr Chieti) hanno perso tutto, a cominciare della Fondazioni, che hanno visto andare in fumo circa 400 milioni pregiudica­ndo in taluni casi gran parte del proprio patrimonio. In Banca Marche la Fondazione Cr Macerata ha bruciato 80,2 milioni, la CariPesaro 94,7 milioni, la Cr Jesi 48 milioni (più 15 milioni di bond), CariFano 21 milioni. In CariFerrar­a la fondazione omonima ha perso 72,4 milioni, e in CariChieti l’ente locale ha perso 77 milioni. Non a caso ieri il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, ha manifestat­o «preoccupaz­ione» e ha detto che l’Acri si sta adoperando perché «venga salvaguard­ata la presenza delle Fondazioni nei territori e il sostegno alle comunità». Ma ha poi attaccato «l’ottusità delle autorità dell’Ue» che «ha impedito soluzioni alternativ­e, da mesi proposte dalle istituzion­i nazionali, meno onerose» e «anch’esse senza costi per le finanze pubbliche. Il sistema

Il valore

La Consob ha ricordato che in caso di avvio della gestione della crisi da parte di Bankitalia gli strumenti finanziari interessat­i dal «bail in» potranno subire un abbattimen­to di valore fino al 100% delle Fondazioni si presenta comunque solido» e il Protocollo Acri-Tesoro sulle quote degli enti nelle banche «impedirà che altri casi analoghi possano verificars­i in futuro». Intanto il presidente della Commission­e Ue, Jean-Claude Juncker, riportava ieri sera l’Ft, ha scritto il 24 novembre una lettera al premier Renzi per sollecitar­e la ratifica degli accordi sul Meccanismo unico di risoluzion­e (Ssm): «Converrai con me che avere un Ssm “a metà” non è nella nostra visione collettiva»

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