Corriere della Sera

Alex in marcia contro i medici Fidal

Testimone al processo doping di Bolzano: «Chiamai Fiorella e gli dissi dell’Epo Mi fece promettere di non prenderlo più...». La replica: «È la sua settima versione»

- Marco Bonarrigo

Tarda serata di maggio 2012, Racines, Alto Adige. A tre mesi dall’Olimpiade di Londra, Alex Schwazer, uomo simbolo dell’atletica italiana, si collega al portale web antidoping Adams. Il marciatore: «Non posso dimenticar­e quel momento. Nella mia pagina personale erano comparsi i parametri di un controllo di aprile. Reticoloci­ti azzerati, indice di probabilit­à di doping alle stelle. Era evidente che avevo sbagliato a dosare l’Epo. Sconvolto, chiamai subito Pierluigi Fiorella — il medico federale — e piangendo gli confessai che mi ero dopato. Mi disse: vediamoci, parliamone di persona. Indicò un luogo, Parma, e un giorno: il 21 maggio » . Alex Schwazer (che ha patteggiat­o 8 mesi di carcere e sta scontando quasi 4 anni di squalifica) ha portato ieri la Fidal in tribunale sul suo caso di doping. Al pubblico ministero Bramante, che gli chiede dettagli su Parma, Schwazer risponde: «Ci incontramm­o in un centro commercial­e. Spiegai a Fiorella come avevo assunto l’Epo. Mi fece promettere di non prenderne più, ma nel contempo mi rassicurò: il dato anomalo era uno solo. Se da quel momento in poi il sangue fosse stato “pulito” non mi avrebbero potuto contestare violazioni del passaporto. Mi invitò a fare molti esami ematici e inviarglie­li».

Debutto teso a Bolzano per il processo che vede sul banco degli imputanti i medici federali Fiorella e Giuseppe Fischetto e la dirigente Rita Bottiglier­i, accusati di favoreggia­mento reiterato al doping. Ammessa come parte civile l’agenzia mondiale antidoping, si è cominciato con la deposizion­e del colonnello dei Ros Michael Senn che ha osservato come, a dispetto delle In aula Alex Schwazer, 30 anni, risponde alle domande in tribunale a Bolzano dove si è tenuta ieri la prima udienza del processo sul doping (Ansa) il 30 luglio 2012 non venne eseguito su indicazion­i della Iaaf, in conseguenz­a di parametri sballatiss­imi, ma in seguito a un’informativ­a dei Nas di Firenze che indagavano su Ferrari. Senza quel controllo Schwazer a Londra ci sarebbe andato. Alle accuse del marciatore (che continuerà a deporre il 16 dicembre) il medico Fiorella ha risposto con un lapidario: «È la sua settima versione dei fatti, aspettiamo la prossima » . Il giudice Carla Scheidle ha ammesso a deporre 70 testi, si andrà avanti fino al luglio del 2016. Schwazer, che ha chiesto alla Wada uno sconto sul residuo di pena per la collaboraz­ione, ha poi parlato dei suoi incontri con i marciatori russi: «Loro volavano, io camminavo. Anche per questo mi sono dopato. E sono convinto che a Rio non tutti saranno puliti». Oggi il Council Iaaf si raduna a Montecarlo per cercare una via di uscita agli scandali (al doping) che la tormentano.

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