L’Empoli e l’arbitro mettono a nudo i limiti della Lazio Decide Tonelli. Due gol annullati, Pioli furioso: «Errori evidenti». Ma fuori casa il passo è da retrocessione
E sei. Su sette. Numeri da retrocessione, altro che Europa. Anche a Empoli la Lazio ha inserito il suffisso da trasferta ed è tornata Lazietta, quella che riesce sistematicamente a rottamare fuori casa ciò che di buono costruisce all’Olimpico: fin qua solo una vittoria, e sofferta, un 1-2 sul Verona alla 6a. Prima e dopo solo magre figure come quella di ieri in Valdelsa, 1-0 firmato Tonelli (5’, da corner dell’ottimo Paredes) che terrà banco a lungo nella Capitale e non solo, per via di un paio di episodi parecchio dubbi dei quali è stato protagonista il Gioia Lorenzo Tonelli, 25 anni, abbracciato dai compagni dopo il gol (Ansa) team arbitrale governato dal geometra ravennate Fabbri.
Due gol annullati, entrambi al neoentrato Klose, entrambi nella ripresa, quando i biancocelesti hanno tentato il tutto per tutto per evitare — vanamente — il quinto ko delle ultime 6 uscite (ultimo guizzo un 3-0 al Torino il 25 ottobre): prima, al 67’, per carica sul portiere Skorupski, e poi all’88’ per un posizione di fuorigioco molto difficile da decrittare, anche in tv. «Errori evidenti, paghiamo una disattenzione nostra ma anche due sviste, non meritavamo di perdere» è entrato duro Pioli. Il quale però ha comunque sulla coscienza una formazione di partenza sbagliata: un 4-4-1-1 rinunciatario, con Djordjevic troppo solo per creare qualche pensiero all’attenta difesa toscana. Tant’è che qualcosa è cambiato, una volta corretto l’errore nella ripresa, con gli ingressi di Klose, Anderson e Matri, con la virata verso il 4-4-2 con un centravanti in più e due ali di spinta. Troppo tardi: alla fine alla Lazio sono rimasti solo i numeri, il possesso palla (63%) e i tiri in porta ( 1- 5). Non i punti. Quelli sono andati a un Empoli che sta crescendo a vista d’occhio, grazie all’opera brillante di Giampaolo: «Potevamo anche prendere il gol del pareggio — le sue parole — ma alla fine siamo stati bravi a resistere». I 18 punti in 14 gare sono una prova, non una casualità.