App e sensori per la salute Sono i «tecno-pensionati»
Il numero medio di applicazioni usate da chi ha più di 55 anni uguale a quello dei 25enni
L’ultima frontiera della tecnologia? Cambiare la qualità della pensione. Due le strade: l’Internet delle Cose e quelle che sono state battezzate le «silver start up», società fondate da pensionati ancora pieni di energia. Con i sensori negli abiti, nei braccialetti, nelle case e nelle città si entra invece nell’era del pensionato «tecno».
Curioso il percorso di propagazione della tecnologia: prima ha cambiato il nostro tempo libero con i cellulari e gli sms. Subito dopo è stata la volta del mondo del lavoro con Internet, la logica delle cartelle sul desktop e la filosofia dell’hyperlink. Da ora in poi cambierà la qualità della pensione. Con cosa? L’internet delle cose e quelle che sono state battezzate le «silver start up», le società fondate da chi non si sente pronto ad aspettare l’assegno previdenziale al parco con i piccioni: negli Usa una recente ricerca Aarp citata dal Wall Street Journal ha mostrato che 4 su dieci « baby boomers » stanno pensando di cercarsi un nuovo lavoro una volta in pensione. L’obiettivo è riempire il tempo sempre più lungo che il combinato disposto dell’allungamento della speranza di vita e il miglioramento della salute sta rendendo sempre più disponibile per chi lascia il lavoro.
I dati, anche in Italia, mostrano un trend chiaro: la speranza di vita è di 82,94 anni. Solo negli anni Settanta era di dieci anni in meno. E la crescita è stata tale che la scienza già dibatte sulla capacità dell’uomo di sconfiggere la vecchiaia: anche qui c’è la tecnologia di mezzo. I Paesi occidentali stanno diventando degli eserciti di pensionati (in Italia gli assegni sono oltre 20 milioni). Le promesse legate alle biotecnologie cominciano a diventare delle realtà e, d’altra parte, un riflesso di questi numeri lo si vede nella riforma pensionistica con cui stiamo allungando sempre di più, per uomini e donne, il momento di uscita dal mondo del lavoro. Ma il tema è cosa accadrà dopo.
Secondo gli esperti al fenomeno dei pensionati d’oro potrebbe succedere quello dei pensionati tecno con una diffusa serie di servizi disponibili grazie ai sensori negli abiti, nelle case e nelle città: la nuova generazione di braccialetti intelligenti, capaci di monitorare la salute e consigliare stili di vita, sta diventando sempre più affidabile ed economica. La casa intelligente potrebbe offrire un nuovo tipo di comodità con la possibilità di non sentirsi soli grazie a social network dedicati. Secondo una ricerca Nielsen la propensione all’utilizzo delle app — che hanno facilitato molto la dialettica con il proprio smartphone — sta crescendo tra gli utenti americani con più di 55 anni tanto da pareggiare il numero medio di applicazioni usate in un mese dalla fascia 18-24 anni (24).
Le possibilità sembrano molte. Ed è facile immaginare che potrebbero diventare un business importante su cui puntare.
Per paradosso la tecnologia potrebbe avere più efficacia sugli anni della pensione che su quelli del lavoro, soprattutto per i Naid (nativi analogici, invecchiati digitali): anche se è contro-deduttivo negli ultimi anni la tecnologia non ha portato a un aumento della produttività del lavoro, che anzi sta scendendo (nel 2014, dati Istat, è scesa dello 0,7%). Da ora in poi dovremmo misurare la produttività della pensione.