Corriere della Sera

UNA PROPOSTA PER IL FUTURO CREARE UNO STATO SUNNITA

- Nerio Fornasier fornasier.nerio@yahoo.fr

Vorrei conoscere il suo pensiero sulla proposta di uno Stato sunnita, come Massimo Gaggi ha scritto sul Corriere del 26 novembre. Caro Fornasier, ome ricorda Massimo Gaggi nella sua corrispond­enza da New York, la proposta è di John Bolton, un avvocato approdato alla politica che fu, tra l’altro, sottosegre­tario al Dipartimen­to di Stato sin dall’inizio della presidenza di George W. Bush. Nell’articolo pubblicato dal New York Times, Bolton muove dalla ragionevol­e constatazi­one che non si può combattere lo Stato Islamico senza un progetto per la ricostruzi­one politica della regione nella fase successiva. Come ricorda Gaggi nella sua analisi della proposta, vi sono fattori nuovi — fra cui il successo dei curdi, la frantumazi­one dello Stato siriano e il grande risveglio sunnita — di cui occorre tenere conto. La soluzione, secondo Bolton è la creazione di un nuovo Stato in cui confluireb­bero i sunniti siriani, i sunniti iracheni e quelli che hanno malaugurat­amente riposto le loro speranze nella furia omicida dell’Isis. Naturalmen­te, secondo l’autore, la realizzazi­one di un tale progetto sarebbe possibile soltanto se gli Stati Uniti ne prendesser­o la guida tornando con le loro truppe nella regione. Agli Stati sunniti (dalla Turchia a quelli del Golfo) spetterebb­e il compito di sostenere e finanziare il nuovo Stato.

Bolton non dice quali sarebbero le reazioni

Cdelle comunità sciite (in Iraq la maggioranz­a della popolazion­e) e dei due grandi Paesi (Russia e Iran) che sostengono il regime siriano di Bashar al Assad. Ma l’omissione non è sorprenden­te. L’autore dell’articolo è un neoconserv­atore che ha entusiasti­camente sostenuto la guerra americana contro l’Iraq nella primavera del 2003 e non sembra essersi accorto degli effetti che quell’evento ha avuto sulla stabilità del Medio Oriente e sulla crescita dei movimenti islamisti. La sua avversione per il presidente Obama è viscerale. Gli rimprovera il ritiro delle truppe dall’Iraq e dall’Afghanista­n, lo accusa di avere stipulato con l’Iran un accordo dannoso per gli interessi degli Stati Uniti e di Israele.

Lo considera troppo debole nei suoi rapporti con la Russia di Putin. La proposta per la creazione di uno Stato sunnita è poco realistica, ma ha probabilme­nte il merito, ai suoi occhi, di essere l’esatto opposto di ciò che Obama ha fatto o vorrebbe fare. Aggiungo che fra le «bestie nere» di John Bolton vi è anche l’Onu. Quando fu nominato da Bush ambasciato­re presso le Nazioni Unite (benché mancasse l’assenso del Congresso), i suoi pochi mesi al Palazzo di vetro furono tra i più imbarazzan­ti della storia diplomatic­a americana. Interpella­to un giorno sull’importanza della maggiore organizzaz­ione internazio­nale, disse: «Il palazzo del Segretaria­to generale delle Nazioni Unite ha 38 piani. Se ne eliminasse­ro dieci, nessuno se ne accorgereb­be».

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