«L’Italia in scatola» Il made in Italy a tavola cresce negli Stati Uniti
Mettete insieme un grappolo di piccole aziende alimentari italiane che producono specialità eccellenti ma in scala troppo ridotte per alimentare un vero mercato d’esportazione, un gruppo di origini molisane partito dalla produzione di olio e arrivato a essere il maggiore esportatore di cibi italiani negli Stati Uniti e un esperto di marketing digitale e uso commerciale dei «social media». Agganciate il tutto alla locomotiva del «crowdfunding» La locomotiva del progetto è Kickstarter che in cinque anni ha finanziato 96 mila progetti terra a gruppi selezionati di famiglie delle città vicine ai quai vengono recapitate casse di ortaggi, frutta, uova, formaggi.
La scommessa lanciata ieri è quella di raccogliere entro fine dicembre alcune decine di migliaia di dollari da finanziatori sostenitori di Kickstarter, il sito di «crowdfunding» che in cinque anni ha raccolto da quasi 10 milioni di «donors» oltre due miliardi di dollari serviti a finanziare 96 mila progetti.
A seconda di quanto verseranno, i consumatori Usa che parteciperanno all’iniziativa riceveranno, una o due volte al mese, una scatola «Italy in the Box» con dentro 6 specialità alimentari di qualità, ma a sorpresa: acciughe siciliane, pasta molisana, torroni gianduja piemontesi, formaggi toscani. E altre cose che la rete di Colavita raccoglierà da una rete di piccoli produttori locali.
Il gruppo italiano aiuterà queste imprese a organizzare la spedizione e ad ottenere le autorizzazioni sanitarie Usa, preparerà le confezioni e le invierà ai clienti Kickstarter in tutti gli Stati Uniti (si punta soprattutto alle città prive di empori del cibo di qualità come Eataly di New York o Chicago).
Ci sarà anche uno «storytelling» su origini, storia e caratteristiche di ogni prodotto. Chi gradirà potrà ordinare, con un’apposita «app», quantità maggiori dei cibi-campione ricevuti.
La locomotiva