Corriere della Sera

I TURKMENI DELLA SIRIA E L’AEREO ABBATTUTO

- Risponde Sergio Romano Caro Lanzaro,

Il bombardier­e russo sarebbe stato abbattuto dai jet turchi «mentre bombardava i turcomanni in 24 villaggi siriani sulla frontiera (siro-turca)». Che cosa c’entrano i turcomanni? Non si è mai sentito che anche loro fossero in guerra. Si è sempre saputo che fossero dei turchi di montagna, dediti alla pastorizia. Ci vuole fornire qualche informazio­ne più precisa?

Franco Lanzaro lanzaro116@gmail.com

Nella vicenda dell’aereo abbattuto vi è un pezzo di storia del Vicino Oriente fra le due grandi guerre mondiali del secolo scorso. Terminato il conflitto, nel 1920, occorreva tracciare i confini di quelle parti dell’Impero Ottomano che erano state spartite pochi anni prima tra Francia e Gran Bretagna. Quando vennero in discussion­e quelli della Grande Siria, fu necessario tenere conto dello straordina­rio numero di gruppi etnici e religiosi che vivevano da secoli sul suo territorio e formavano una sorta di intricato mosaico umano.

Nel Nord del Paese, in una regione chiamata Hatay che si affaccia sul Golfo di Alessandre­tta e sul Mare di Levante, vi era da secoli, insieme agli arabi e ai cristiani di Antiochia, un nutrito gruppo di turkmeni, o turcomanni, che provenivan­o dall’Asia centrale e avevano con i turchi dell’Impero un rapporto di cuginanza. Quando quella regione fu assegnata alla Siria del mandato francese, Alessandre­tta proclamò la sua autonomia e ottenne di essere amministra­ta come un sangiaccat­o. Ma la Turchia di Kemal Atatürk premeva per maggiori garanzie e i turkmeni insorsero ad Alessandre­tta nell’ottobre 1936. Cominciò così un tortuoso negoziato che rimbalzò per parecchi mesi fra Parigi, Ankara, Damasco e Ginevra, sede della Società delle Nazioni. La partita fu chiusa, per il momento, quando la Francia accettò nella sostanza che il Sangiaccat­o divenisse la Repubblica di Hatay e che la nuova Turchia riprendess­e possesso di un’area del suo vecchio territorio ottomano. Ma una parte della popolazion­e turkmena restò in territorio siriano.

L’accordo fu raggiunto quando la Siria era ancora uno Stato satellite della Francia e Parigi desiderava avere buoni rapporti con la Repubblica turca. Fu contestato da Damasco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, ma accettato quando i rapporti fra il presidente turco Erdogan e il presidente siriano Bashar Al Assad furono per alcuni anni idilliaci. Oggi l’idillio, come sappiamo, è finito. Lascio al lettore il compito di trarre le sue conclusion­i sulle ragioni delle presenza di un aereo russo nei cieli della regione e sui motivi del suo abbattimen­to.

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