Corriere della Sera

«Mia mamma, 90 anni, titolare di pensione minima Una telefonata, una firma e ha perso 75 mila euro»

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Il figlio Domenico, artigiano per 20 anni, poi all’amministra­zione provincial­e, ha la voce concitata. Inciampa nelle parole, si confonde. Ha l’affanno di chi vuole che si sappia tutto. Anche quello che è successo alla madre, quando ha saputo la notizia: «Ha acceso Tele Etruria ed è stata male. Gli è preso un collasso. Abbiamo dovuto chiamare il 118 e ci è voluta qualche ora perché si riprendess­e».

Stava male anche la mattina che doveva firmare i documenti, la signora Elda. Qualche giorno prima aveva ricevuto una telefonata a casa: «La

Banca Etruria La protesta dei risparmiat­ori ad Arezzo chiamarono dallo sportello di Pozzo della Chiana della Banca Etruria, che è aperto solo qualche ora e ha un solo impiegato. Le proposero di comprare 75 mila euro di obbligazio­ni». Inutile dire che la signora, casalinga novantenne, non fosse in grado di capire il rischio né la portata dell’investimen­to. Si fidò. Come si fa in paese, tra compaesani.

Qualche giorno dopo la richiamaro­no. La pratica era pronta, bisognava firmare. «Ma lei era a letto ammalata — racconta Domenico — e allora andò mio fratello, con la delega. C’è da firmare dei fogli, gli dissero. Senza spiegare nulla. Firma lì dove ci sono le crocette. E lui firmò».

La signora Elda pensava di essere al sicuro. «Ha risparmiat­o una vita. Anche un gelato faceva fatica a comprarlo». La pensione le basta per sopravvive­re. E per il figlio disabile: «Ogni mese paghiamo 220 per euro per portarlo a Castiglion Fiorentino, in un’associazio­ne. Gente brava. Ma son spese e lo Stato non ci pensa a rimborsarl­e».

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