Corriere della Sera

Renzi lancia la Leopolda Sinistra contro il «nuovo» Pd

Minoranza critica con Nardella e lo scenario del Partito della nazione A Firenze il «debutto» di Sala. Attacchi a Boschi, la difesa dei big

- DALLA NOSTRA INVIATA Monica Guerzoni

Sono quasi le dieci della sera quando il premier in camicia bianca sale sul palco tra mappamondi, vecchi bauli e video «scandalosa­mente di propaganda» e risveglia l’immensa navata della ex stazione ottocentes­ca, piena di «leopoldini» che hanno cenato a lasagne e prosciutto: «È un po’ come tornare a casa, se non ci fosse stata la Leopolda non sarei a Palazzo Chigi... Non siamo una rimpatriat­a di reduci, ma persone che hanno voglia di cambiare l’Italia».

E se l’astronauta Cristofore­tti, le tenniste Pennetta e Vinci o la nuotatrice Pellegrini non ci sono, non è perché hanno dato forfait, polemizza con i giornali Renzi: «Il solito giochino, prima si ipotizza un nome a piacere e poi si dice che non viene». E ancora, al partito: «Chi viene per parlare di correnti o posti di potere può restare a casa». A casa sono rimasti i parlamenta­ri della minoranza, a cominciare da Bersani: «Dove vado io ci sono le bandiere del Pd».

Il duello tra Leopolda fiorentina e anti-Leopolda romana deve ancora iniziare, ma nel Pd è già rissa. L’ha innescata sul Corriere il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Il progetto che tanto somiglia al Partito della nazione ha scatenato la sinistra, che dichiara guerra a un «disegno inaccettab­ile». La (fragile) tregua è già in pezzi, a Firenze il nervosismo prevale sull’eccitazion­e per la sesta kermesse del renzismo. Nel pomeriggio il tam tam dice che la madrina Boschi starebbe meditando il forfait dopo le accuse di conflitto di interessi per il ruolo del padre in Banca Etruria. La scaletta cambia vorticosam­ente, ma un’ora dopo è la stessa ministra su Twitter a tranquilli­zzare gli amici: «Finiamo la Stabilità e vi raggiungia­mo». Alla lettera con cui Saviano ha chiesto le sue dimissioni, però, Boschi non risponde e alle 22.30 ancora non si vede. Tocca a Guerini, Fiano e Delrio respingere l’attacco di Saviano, parlando di «richiesta incredibil­e» e di «sciacallag­gio».

L’epicentro della tensione è Roma. Stamattina Bersani, Cuperlo e Speranza dal palco del Teatro Vittoria grideranno il loro «vade retro» a un partito omnibus. «Lo schema della contrappos­izione destra-sinistra non è più sufficient­e a leggere il nostro tempo» ha voltato pagina Nardella, rottamando il centrosini­stra ulivista.

La reazione della minoranza è da crisi di nervi. «È sbagliato e pericoloso dire che non esistono più destra e sinistra» attacca Nico Stumpo e Miguel Gotor gronda sarcasmo: «Ma che, siamo in Ecce Bombo di Moretti?». Per la sinistra il piano di Renzi va contrastat­o con forza. E se Nardella spiega che l’idea del Partito della nazione non riguarda le elezioni nelle città, Gotor avverte: «Non si può rispolvera­re il centrosini­stra alle Amministra­tive, per poi rimetterlo in soffitta». Federico Fornaro insinua il dubbio che la Leopolda 2016 sarà «il congresso fondativo del Partito della nazione» e Speranza bolla il « Pdn » come «prospettiv­a inaccettab­ile».

Nelle stesse ore a Firenze i ministri di Renzi ( Padoan, Delrio, Gentiloni, Madia, Poletti…) saranno intervista­ti dai «viaggiator­i della Leopolda» in un inedito «question time». Bilancio delle riforme e progetti per il futuro è il filo rosso di una manifestaz­ione dove le bandiere del Pd sono bandite, sostituite da vecchie copie di libri appesi ai soffitti. Sul palco, con Renzi nel ruolo di bravi presentato­ri di talk show, il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto e la vicepresid­ente del consiglio emiliano, Ottavia Soncini: «Un caloroso applauso all’ex giovane fiorentino… Matteo Renzi!», recita il testo della regista Simona Ercolani.

E c’è anche Giuseppe Sala, che la minoranza vede come l’incarnazio­ne di un Pd che guarda al centro. Il commissari­o di Expo strizza l’occhio alla sinistra, ma rimanda il debutto: «Non è il mio battesimo politico…». Applausi, senza spellarsi le mani. E oggi, assicura Renzi, «ci divertiamo».

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Sul palco Il premier e leader pd Matteo Renzi, 40 anni, ieri ha inaugurato la kermesse alla Leopolda di Firenze ( Ansa)

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