Corriere della Sera

L’addio (polemico) di Guariniell­o: niente proroghe, non ho entusiasmo

Il pm dei processi Eternit e Thyssen: c’è disaffezio­ne intorno a noi, ma è anche colpa nostra

-

umiliazion­e in zona Cesarini inflitta a un magistrato che ha sempre agito così, dal primo giorno. «Per carità, non c’entra nulla, ma davvero. La lettera di dimissioni era pronta da tempo, e il problema, se vogliamo definirlo tale, è generale, non riguarda certo i singoli casi. Ho cominciato a pensarci in tempi non sospetti». Lo spartiacqu­e è stato l’ entrata in vigore nel 2009 della decennalit­à, ovvero l’introduzio­ne del criterio che impone ai magistrati un termine massimo di permanenza nello stesso gruppo di lavoro. «La ritengo una riforma deleteria, che nega la specializz­azione in un mondo sempre più specializz­ato. Ho perso la “mia” squadra, e in quel momento ho preso a riflettere su quanto la macchina della giustizia sia ormai scricchiol­ante, schiacciat­a dalla troppa burocrazia, volta più all’apparire che all’essere».

L’ultimo passo viene fatto nello stile dell’uomo, un anticipo della pensione di pochi giorni, per mandare un segnale minimo, una polemica appena accennata. «La giustizia italiana è in grande difficoltà. Il nostro mondo è stanco, sempre più rassegnato ad accettare la carenza cronica di organico e di personale e le vane promesse di future risorse che invece continuano a mancare. Siamo intimiditi dalla disaffezio­ne che sentiamo nei nostri confronti, figlia anche dei nostri errori. Spero di sbagliarmi. Ma io ho bisogno di sentire quell’entusiasmo che ho sempre provato dal momento del mio ingresso nella magistratu­ra. E purtroppo ormai ho l’impression­e di dover cercare altrove».

Parlare del futuro profession­ale del 74enne Guariniell­o, che ha incassato un ringraziam­ento non banale da parte del Guardasigi­lli Andrea Orlando, può anche sembrare un paradosso. Eppure è difficile pensarlo a riposo, il magistrato che si era fatto dare dai custodi le chiavi del palazzo di Giustizia per lavorare anche di notte. «Mi sento in gran forma. Ho ricevuto alcune proposte per mettere a frutto la mia esperienza, che purtroppo è tanta. Mi cercherò un contesto in cui possa esprimere la mia voglia di fare. Ho i miei rimpianti, come tutti, ma sono comunque consapevol­e di aver vissuto in un periodo molto positivo per la magistratu­ra italiana. Spero di avere fatto cose importanti per i deboli e per le persone meno tutelate dalla società, e sono grato per avere avuto la possibilit­à di farlo». Mancherà. E non solo ai giornalist­i, purtroppo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy