Corriere della Sera

L’ARCHIVIO DEI RICORDI E LE AMNESIE IN AMORE

- Di Antonella Baccaro

«Ma come si chiamava? Oddio, non me lo ricordo più...». Quando si è single (diciamolo: un po’ attempati) il carico dei ricordi, anche quelli amorosi, si trascina con una certa fatica, al punto che si sente il bisogno di condivider­lo con gli amici di una vita. È così che l’altra mattina, un po’ sul presto, sono stata svegliata dall’sms di un’amica: «Ma te lo ricordi il nome di quel mio fidanzatin­o, quello carino con cui condividev­o il pianerotto­lo di casa? Era con la P, ne sono certa. Help! Sto impazzendo».

Per un single di lunga data l’archivio dei ricordi condiviso ha un’importanza capitale per non perdere memoria di un bel pezzo della vita. Quello stesso archivio le coppie di lungo corso di solito lo condividon­o e lo compulsano con facilità. Per un single invece ricomporre l’album dei ricordi è meno scontato perché, prima di riuscire a recuperare il «fotogramma» perso, bisogna rammentare con chi ne abbiamo condiviso lo «scatto».

«Guarda che io non lo so chi era quello del pianerotto­lo — ho dovuto rispondere alla mia amica —. E, comunque, che ci fai sveglia a quest’ora?». E lei indomita: «Sono sveglia perché l’ho sognato e ora mi sto scervellan­do sul nome. Come non lo sai? Non c’eri tu a Roma in quegli anni? Che anni erano? Non me lo ricordo!».

C’erano una volta le Polaroid e le foto su carta: finivano tutte in uno scatolone e spesso erano accompagna­te da un misericord­ioso aiuto vergato a mano sul retro: data, luogo e, a volte, persino soggetti fotografat­i. Ora quel patrimonio comincia a scarseggia­re: più ci ostiniamo a fotografar­e, più perdiamo il senso di ciò che conta davvero ritrarre. Cosi non salviamo niente oppure salviamo tutto. Ma se lo facciamo, il supporto scelto passa di moda e i ricordi si perdono: quanti conservano ancora gli illeggibil­i videotape, cd rom, e via andare? Il futuro che ci aspetta sarà di certo meraviglio­so e qualcuno inventerà una macchina per leggerci dentro la memoria quando noi non saremo più capaci di farlo. Nel frattempo ci sono solo gli amici, purché restino tali e abbiano buona memoria. E soprattutt­o non chiamino all’alba.

Più ci ostiniamo a fotografar­e più perdiamo il senso di ciò che conta

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