Effetto guazzabuglio Moderiamo un po’ l’associazionismo «colturale»
apita (piuttosto spesso per la verità) che le terrazze e i giardini degli appassionati siano sì un vero tripudio di foglie e fiori, ma allo stesso tempo la verzura ha più l’aspetto di un guazzabuglio vegetale — allegro e rigoglioso, per carità — che una composizione armoniosa. Uno dei motivi è da imputarsi proprio all’entusiasmo: ci invaghiamo di un fiore, di fogliame nuovi, portiamo a casa la pianta e, da bravi giardinieri, spesso riusciamo a farla attecchire e prosperare tra le altre. E il problema parte già da qui: pensiamo alla singola pianta, a quanto sia bella quella rosa, magnolia, felce o quel che sia, invece che all’associazione di almeno due o tre piante assieme. Associazione che deve tener conto allo stesso tempo di caratteristiche estetiche, dimensioni finali e fabbisogni colturali: le prime devono sposarsi armoniosamente o esaltarsi per contrasto, le seconde essere simili o compensarsi tra loro, e gli ultimi essere quasi gli stessi, per permetterne la coltivazione assieme con facilità. Ecco, già l’abituarsi a non pensare alle piante individualmente ma a possibili gruppi e associazioni estetiche e colturali è un grande aiuto nel mettere ordine e creare armonia. Poi, senza arrivare al minimalismo che ha imperversato in molti giardini moderni e che, dal mio personale punto di vista, riduce tristemente la tavolozza vegetale a pochi sparuti sopravvissuti, limitare il numero delle varietà coltivate è tanto più importante quanto più siamo appassionati... anche se altrettanto difficile. Eppure, se riusciamo a ridurre il numero delle varietà che coltiviamo, aumentando allo stesso tempo il numero di esemplari di alcune varietà, siamo sulla strada giusta per creare un insieme gradevole. carlocontesso@yahoo.com