La soluzione Natuzzi al problema esuberi: pagare le aziende che li riassumono
Un’azienda che paga altre aziende (purché non concorrenti) per collocare i dipendenti in esubero. Avviene in Puglia, a Santeramo in Colle, quartier generale della Natuzzi, grazie a una «dote» di 12 mila euro destinata all’imprenditore che assume i dipendenti in esubero e di altri 5 mila euro per i lavoratori che aderiscono alla proposta di ricollocazione. È quanto prevede l’accordo tra l’azienda che produce divani e i sindacati per la gestione di 364 esuberi, vale a dire i dipendenti rimasti fuori dal contratto di solidarietà che riguarda altri 1.918 dipendenti. Per i lavoratori che, invece, diranno sì alla mobilità «non opposta», sono previsti incentivi fino a 40 mila euro per le adesioni entro dicembre (30 mila per quelle dal 1° gennaio al 31 marzo e 20 mila per quelle dal 1° aprile al 30 giugno 2016). «L’accordo siglato a marzo dello scorso anno — spiega Antonio Cavallera, direttore del personale di Natuzzi — ha come obiettivo di non lasciare nessuno a casa. Per questo, oltre al contratto di solidarietà per 1.918 collaboratori che in due anni torneranno al lavorare per l’intero orario di lavoro grazie a un processo di innovazione di prodotto e di processo, abbiamo cercato nuovi strumenti per ricollocare anche gli esuberi, grazie a un piano di reindustrializzazione del territorio che prevede l’insediamento di aziende non in concorrenza con Natuzzi, dal settore agroalimentare a quello dei trasporti». Opzione risultata gradita ai sindacati su cui incombe la spada di Damocle del termine della Cigs a ottobre 2016.