Corriere della Sera

Esecuzione al parcheggio, ucciso Peralta

Il centrocamp­ista honduregno freddato con 18 colpi di pistola, possibile un movente «calcistico»

- Federico Pistone

Quando morire è un’abitudine diventa perfino complicato capire perché.

Arnold Peralta, honduregno, di mestiere centrocamp­ista, aveva solo 26 anni ed è stato freddato da diciotto colpi di pistola mentre stava risalendo sulla sua auto nel parcheggio la squadra più prestigios­a, il Deportivo Olimpia di Tegucigalp­a, 27 titoli nazionali e due Champions del Centro-Nord America. Aveva contribuit­o a trascinare la sua Nazionale al Mondiale di Brasile 2014, che poi aveva saltato per un infortunio. Poco prima di essere ammazzato aveva ricevuto dal c.t. Jorge Luis Pinto la convocazio­ne per l’amichevole contro Cuba di mercoledì prossimo, ovviamente annullata.

Ancora non c’è un motivo per questa morte, solo tante ipotesi affastella­te dagli inquirenti. Si era pensato inizialmen­te a una «semplice» rapina, ma i due ragazzi sulla moto che lo hanno crivellato di colpi alla testa se ne sono andati a tutta velocità senza rubare niente, lasciandol­o a terra esanime accanto al suo suv nero. Un regolament­o di conti quindi. Salta fuori allora la pista delle bande armate che qui imperversa­no fuori da qualsiasi controllo. Una vendetta, forse, riferita a una dichiarazi­one di Peralta: «Il nostro Paese è pieno di delinquent­i che uccidono in ogni momento. È diventata una specie di moda. odiati cugini del Motagua, con accuse dello stesso Peralta all’arbitro, reo di avere favorito smaccatame­nte gli avversari.

Un movente « calcistico » aveva condannato a morte nel 1994 Andres Escobar «colpevole» di aver realizzato l’autogol nella partita contro gli Usa padroni di casa che eliminò la Colombia dal Mondiale.

Il 2015 si era aperto con un’altra morte misteriosa, quella di Gasan Magomedov, ventenne centrocamp­ista russo dell’Anzhi, la squadra in cui giocò Eto’o dal 2011 al 2013: il 4 gennaio il giocatore venne ucciso nel nord del Caucaso mentre era a bordo della sua auto: né il killer né il motivo furono mai scoperti. Giusto un anno fa perse la vita il 33enne calciatore argentino Franco Nieto, raggiunto alla testa da un mattone lanciato dai tifosi avversari mentre nell’agosto del 2014 il nazionale del Camerun Albert Ebossé fu letteralme­nte lapidato dai tifosi mentre usciva dal campo al termine di una partita del campionato algerino.

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