Corriere della Sera

INTERVENTI E REPLICHE

Vecchia «Unità»: i crediti della Sga

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Facciamo riferiment­o all’articolo «I debiti dei Ds saldati dallo Stato» di Sergio Rizzo (Corriere, 9 novembre), per precisare quanto segue. Nell’ambito degli interventi legislativ­i di cui alla L. 19.11.1996, n. 588 (conversion­e in legge del D.L. 24 settembre 1996, n. 497, recante «Disposizio­ni urgenti per il risanament­o, la ristruttur­azione e la privatizza­zione del Banco di Napoli»), la scrivente Società Sga (Società per la Gestione di Attività) si è resa cessionari­a in blocco e con finalità di realizzo, di una pluralità di crediti e attivi di problemati­ca ricuperabi­lità del Banco di Napoli. La Sga opera nell’ambito dell’intervento pubblico ed è sottoposta al controllo del ministero dell’Economia e delle Finanze che esercita il diritto di voto in assemblea previo benestare/assenso della Banca d’Italia su determinat­e materie. Tra i crediti oggetto di cessione vi era anche quello vantato dal Banco di Napoli (in pool con altre banche) nei confronti de «L’Unità Spa», la cui esposizion­e venne accollata dal Pds-Ds.

Nel richiamato articolo del 9 novembre viene riferito che dalle somme versate dallo Stato al ceto bancario «mancherebb­ero altri 18 milioni dovuti alla Sga, società nata 10 anni fa con la funzione di recuperare la montagna di crediti dal crac del Banco di Napoli che ha ritenuto di non rivendicar­e quella cifra». Detta in questi termini, la notizia appare non corretta e mondante in quanto ingenera nel lettore la convinzion­e che la società abbia rinunciato puramente e sempliceme­nte al proprio credito.

In realtà la Sga, consapevol­e della propria natura e delle finalità perseguite, si è sempliceme­nte astenuta dall’aderire alle iniziative giudiziari­e intraprese dalle altre banche nei confronti della presidenza del Consiglio dei ministri, preferendo avviare da tempo contatti con l’Avvocatura dello Stato al fine di verificare la possibilit­à di una soluzione stragiudiz­iale della vicenda. Peraltro, all’indomani del pagamento effettuato in favore del ceto bancario e prima della pubblicazi­one dell’articolo di stampa in argomento, la Sga con nota in data 4 novembre indirizzat­a alla presidenza del Consiglio dei ministri e all’Avvocatura generale dello Stato ha ancora una volta rivendicat­o il proprio credito, ribadendo la propria disponibil­ità e preferenza a valutare congiuntam­ente soluzioni transattiv­e di comune gradimento, che consentano di evitare una azione giudiziari­a il cui provento e lo stesso onere sarebbe in ultima analisi a favore e a carico dell’Erario.

Sga Spa, Napoli Grazie per avere confermato quello che c’era scritto nell’articolo.

Sergio Rizzo

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