Si capovolge il barcone Un’altra strage di bambini
Tragedia nelle acque che separano la Turchia dalle isole greche: dieci i piccoli annegati venerdì Inutili i soccorsi, nel naufragio di vecchie barche di legno sono morti anche 4 uomini e 4 donne
Dieci bambini morti venerdì a mezzanotte. Cinque nel pomeriggio, due all’alba. Quattro nell’ultima settimana: sono 185 i piccoli Aylan annegati quest’anno nelle poche miglia che separano la costa turca dalle isole greche: siriani, iracheni, pachistani. ( In una delle foto dell’anno Reuters, un piccolo siriano urla all’arrivo a Lesbo a settembre)
La morte dell’acqua s’è portata via altri bambini. Dieci, la mezzanotte di venerdì. Cinque, venerdì pomeriggio. Altri due, venerdì all’alba. E quattro ancora nell’ultima settimana. 185 piccoli Aylan annegati in quest’anno d’odissee per l’Egeo, senza foto né prime pagine. La banalità del mare ci restituisce cronache di poveri naufraghi tutte uguali, anche nel loro spavento: i loro genitori che ci provavano su vecchie barche di legno, poche miglia eppure tantissime dalla costa turca alle isole greche di Kos, di Kalymonos, di Farmakonisi. Siriani, iracheni, pachistani, tremila dollari a testa per finire tutti quanti con la faccia nell’acqua. La mezzanotte di venerdì, coi dieci bambini, sono morti anche quattro donne e quattro uomini. I pescatori turchi hanno sentito solo le grida nel buio, tre chilometri al largo di Bodrum. Il tempo di fare rotta e salvare solo 14 migranti in ipotermia avanzata: undici sono gravi. Gli altri, niente da fare: una ragazza col pancione l’hanno trovata che galleggiava nella cabina della barchetta rovesciata, forse s’illudeva di dare al suo piccolo un grembo più sicuro. Un bambino di quattro mesi era ancora stretto fra le braccia della mamma, chiuso nella zip del giaccone.
All’ospedale di Bodrum, i sopravvissuti hanno indicato chi teneva il timone: un siriano che migrava pure lui e aveva avuto uno sconto di mille dollari sul biglietto. Introvabili gli scafisti veri, chi promette terraferma e spedisce sottoterra. L’importante è negare e non annegare, poi tutto s’aggiusta: il governo di Ankara, che ha appena incassato tre miliardi di euro dall’Ue per fronteggiare l’emergenza, indaga pochissimo. E arresta ancor meno. Altri venti siriani dovevano salire a bordo ma si sono rifiutati: avevano pagato il passaggio su uno yacht, dicono, non su quel guscio di noce.
Ci riproveranno. E magari s’aggiungeranno ai 990.761 asiatici, africani, ucraini che in questo 2015 hanno già raggiunto l’Europa. « Martedì prossimo saranno un milione», calcola l’Oim, l’organizzazione Onu per le migrazioni: «Con 25 mila persone al giorno Distruzione I resti di un villaggio cristiano distrutto dall’Isis nella provincia di Al Hasakah. Adesso nella marcia verso sud sono i curdi a cacciare gli arabi sunniti ( Afp) che procedono nelle più basse delle temperature e fra le più alte delle onde — spiega il portavoce Joel Millman — possiamo prevedere che il 22 dicembre entrerà nell’Ue il milionesimo migrante di quest’anno». Un Annus Horribilis, da libri di storia. Da non dimenticare: il British Museum ha comprato la croce fatta coi resti d’un barcone d’eritrei naufragato a Lampedusa, quella sotto cui pregò papa Francesco. «Per riflettere — ha spiegato il direttore — su questo momento che sta cambiando il nostro continente».